Terni. La sfida della lirica: il "Rigoletto" all'auditorium Gazzoli Ma senza spazi fare cultura è una corsa a ostacoli

Terni. La sfida della lirica: il "Rigoletto" all'auditorium Gazzoli Ma senza spazi fare cultura è una corsa a ostacoli
LA QUESTIONE Il Regoletto di Verdi al Verdi sarebbe stato il massimo. Ma il Gazzoli è la scommessa. Infatti il melodramma in tre atti andrà in scena...

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LA QUESTIONE

Il Regoletto di Verdi al Verdi sarebbe stato il massimo. Ma il Gazzoli è la scommessa. Infatti il melodramma in tre atti andrà in scena all'auditorium di via del Teatro Romano il 6 gennaio alle 17,30. E non è detto che la riuscita non possa stupire il pubblico. Tutto studiato e organizzato dall'associazione Amici della Lirica di Terni. «Certo - osserva il presidente Francesco Giordanelli - avremmo preferito di gran lunga una sede più capiente rispetto a Palazzo Gazzoli, visto l'organico che l'opera richiede, coro compreso. Ma siamo convinti che la riuscita sarà adeguata. Personalmente mi ha sempre colpito come Franco Zeffirelli riuscì a portare l'Aida al teatro di Busseto: il nostro è un tentativo, certamente ambizioso, di riuscire ad imitarlo». Un evento straordinario per due ragioni: perché mette in scena il primo titolo della cosiddetta "trilogia popolare" di Giuseppe Verdi e perché il ricavato andrà in beneficienza. Con dedica «al soprano Nera Marmora, al secolo Gina Palmucci».

Ma senza repliche e destinato ai poco più di trecento spettatori che contiene il Gazzoli. Alla presentazione del Rigoletto, nella sala Pirro di palazzo Carrara, non s'è voluto parlare dei luoghi della cultura che mancano a Terni. Ci si è voluti concentrare sulla produzione artistica del Rigoletto. Ma uscendo da lì ci si è imbattuti su una carotatrice che entrava nel cantiere del Verdi. Quello aperto dodici anni dopo la chiusura del cinema teatro, nel 2011, e che difficilmente tornerà ad ospitare un'opera lirica. Il progetto, che apertamente la nuova amministrazione comunale ha ammesso di voler modificare qualora vengano alla luce reperti importanti, non prevede sale così adeguate.

Ad ogni modo, a parte ipotetiche variazioni al progetto, il Verdi mancherà ancora a lungo alla disponibilità dei ternani. La programmazione culturale pertanto dovrà tenere conto, per il momento, solo del Secci e del Gazzoli. Il concerto di Natale di Visioninmusica, infatti, sono anni che si tiene nella chiesa di San Francesco. E che le scelta artistica deve tener conto del luogo in cui avviene l'evento. Palazzo di Primavera, con un auditorium da 230 posti, sbarrato da ottobre 2020 e ancora in attesa del completamento degli interventi di riqualificazione acustica e di efficientamento energetico. Una parte dei lavori avrebbero dovuto essere già terminati, invece niente. Forse a Pasqua. Ma a giugno era stato anche detto «forse a Natale», solo che Natale eccolo. Per la lirica, anche se non è paragonabile al Verdi, anche l'auditorium del Carmine è un eccellente spazio da utilizzare: in passato ospitò diversi spettacoli musicali prodotti dall'associazione In Canto. Ma anche quello è chiuso ormai da cinque anni. La fine lavori che sembrava fosse prevista per il 2024 è stimata per il 2026. Insomma, per una città di 110mila abitanti, fare programmazione culturale contando solo sul Secci e sul Gazzoli diventa faticosissimo, se non acrobatico.


Aurora Provantini
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Il Messaggero