Terni, prof a confronto: «Computer, lim e piattaforme, da questa scuola non si torna indietro»

TERNI È stato un primo giorno di scuola per tutti. Tanto per la generazione covid, che da ieri ha fatto il suo ingresso nel mondo della scuola, quanto per i professori che...

Continua a leggere con la nostra Promo Flash:

X
Scade il 29/05
ANNUALE
11,99 €
79,99€
Per 1 anno
SCEGLI
MENSILE
1,00 €
6,99€
Per 6 mesi
SCEGLI
2 ANNI
29 €
159,98€
Per 2 anno
SCEGLI

VANTAGGI INCLUSI

  • Tutti gli articoli del sito, anche da app
  • Approfondimenti e newsletter esclusive
  • I podcast delle nostre firme

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
TERNI È stato un primo giorno di scuola per tutti. Tanto per la generazione covid, che da ieri ha fatto il suo ingresso nel mondo della scuola, quanto per i professori che questo mondo, ora, lo dovranno rivoluzionare, o ristabilire come un tempo. «Stiamo costruendo un nuovo mondo», dice Daniele Sorvillo, giovane professore di Latino e Storia al liceo scientifico Galilei di Terni. «Senza iterazione, senza socialità, non c'è scuola», commenta il collega del liceo Angeloni, il professore di Lettere e Storia Alberto Favilla, che ieri dopo quindici anni di cattedra e gesso, come primo giorno di scuola, si è ritrovato a coordinare l'aula Dad, quella della didattica distanza, in attesa di rientrare oggi in classe.

Generazioni a confronto, quella di Sorvillo e Favilla, per un mondo che è cambiato all'improvviso per effetto della pandemia. Stravolgendo i tradizionali metodi di insegnamento. E le basi di questo nuovo mondo da ieri cresceranno inevitabilmente, secondo il professore di Latino. «Dobbiamo certamente di mantenere il buono che c'era prima, ma indietro non si torna». Un percorso che da ieri hanno iniziato a fare anche i bambini che hanno mosso i primi passi in questo nuovo mondo inesplorato della scuola ai tempi del covid, come nel caso degli alunni della Primaria XX Settembre che ieri hanno ricevuto una coccarda, con inciso il nome, come regalo di benvenuto. Un gesto per sciogliere il ghiaccio e riaccendere il sorriso, sotto la mascherina, sul volto tirato dei piccoli studenti. Eccola la generazione covid della scuola, quella che, almeno per il momento, non avrà il compagno di banco, non potrà scambiarsi matite e colori e dovrà fare ricreazione seduta al banco. Nello zaino non più solo libri, ma anche mascherine e gel igienizzate per le mani. È il mondo della scuola che cambia, ma c'è un filo rosso che unisce tutti. Il ritorno tra i banchi dopo sei mesi di vuoto. «Il contatto fisico con i ragazzi - prosegue il professor Sorvillo - è quello che ci mancava. È stato un reinizio completo per tutti, dobbiamo ricucire un filo che si è spezzato sei mesi fa, ma oggi quando abbiamo rivisto i nostri ragazzi si è riaccesa in molti colleghi la forza e la convinzione che la possiamo fare». Ma in che modo? Con la didattica a distanza, le aule Dad e le piattaforme per le lezioni online?

«Malgrado l'impegno di tutti, nel mantenere le distanze di sicurezza tra gli studenti e nel far rispettare le regole anticontagio, la qualità della didattica ne risentirà», commenta il professor Favilla. Per uno come lui, abituato al dialogo, all'interazione con gli studenti, esordire nella fredda aula Dad è stato, appunto, come un primo giorno di scuola. «Ho il timore - prosegue Favilla - che questa scuola sempre più tecnologica porterà a misurare i ragazzi, a quantificarli, attribuendogli un numero in base a delle griglie codificate. Personalmente sono ancora per la valutazione dei ragazzi che coinvolge non solo l'aspetto cognitivo ma anche quello affettivo e sociale» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero