TERNI È stato un primo giorno di scuola per tutti. Tanto per la generazione covid, che da ieri ha fatto il suo ingresso nel mondo della scuola, quanto per i professori che...
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Generazioni a confronto, quella di Sorvillo e Favilla, per un mondo che è cambiato all'improvviso per effetto della pandemia. Stravolgendo i tradizionali metodi di insegnamento. E le basi di questo nuovo mondo da ieri cresceranno inevitabilmente, secondo il professore di Latino. «Dobbiamo certamente di mantenere il buono che c'era prima, ma indietro non si torna». Un percorso che da ieri hanno iniziato a fare anche i bambini che hanno mosso i primi passi in questo nuovo mondo inesplorato della scuola ai tempi del covid, come nel caso degli alunni della Primaria XX Settembre che ieri hanno ricevuto una coccarda, con inciso il nome, come regalo di benvenuto. Un gesto per sciogliere il ghiaccio e riaccendere il sorriso, sotto la mascherina, sul volto tirato dei piccoli studenti. Eccola la generazione covid della scuola, quella che, almeno per il momento, non avrà il compagno di banco, non potrà scambiarsi matite e colori e dovrà fare ricreazione seduta al banco. Nello zaino non più solo libri, ma anche mascherine e gel igienizzate per le mani. È il mondo della scuola che cambia, ma c'è un filo rosso che unisce tutti. Il ritorno tra i banchi dopo sei mesi di vuoto. «Il contatto fisico con i ragazzi - prosegue il professor Sorvillo - è quello che ci mancava. È stato un reinizio completo per tutti, dobbiamo ricucire un filo che si è spezzato sei mesi fa, ma oggi quando abbiamo rivisto i nostri ragazzi si è riaccesa in molti colleghi la forza e la convinzione che la possiamo fare». Ma in che modo? Con la didattica a distanza, le aule Dad e le piattaforme per le lezioni online?
«Malgrado l'impegno di tutti, nel mantenere le distanze di sicurezza tra gli studenti e nel far rispettare le regole anticontagio, la qualità della didattica ne risentirà», commenta il professor Favilla. Per uno come lui, abituato al dialogo, all'interazione con gli studenti, esordire nella fredda aula Dad è stato, appunto, come un primo giorno di scuola. «Ho il timore - prosegue Favilla - che questa scuola sempre più tecnologica porterà a misurare i ragazzi, a quantificarli, attribuendogli un numero in base a delle griglie codificate. Personalmente sono ancora per la valutazione dei ragazzi che coinvolge non solo l'aspetto cognitivo ma anche quello affettivo e sociale» Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero