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PERUGIA L’alternanza scuola-lavoro, oggi Pcto (Percorsi per le Competenze Trasversali e l'Orientamento) è sulla bocca di tutti. Anche il ministro Bianchi sotto la pressione degli studenti dopo l’incidente in fabbrica cui ha perso la vita il giovane Lorenzo, riflette sulla modalità di realizzazione: «E’ un modello che risale a dieci anni fa – dice - quindi è superato». Qual è in merito il clima nelle scuole umbre? La parola ai Dirigenti scolastici. Fabiana Cruciani Itts Volta Perugia: «Il Volta ha fatto dell’alternanza scuola lavoro il suo punta di forza e gli studenti hanno avuto modo di mettere in luce le proprie competenze in tutte le più importanti aziende del territorio. Gli studenti di ogni indirizzo sono oltre 700 l’anno che svolgono lo stage (in media anche di 350 ore) in aziende del territorio. Collaboriamo con circa 800 aziende e per alcune questa esperienza viene considerata come selezione del personale. Stiamo preparando ora gli stage per il prossimo settembre con progetti legati ai temi della transizione ecologica e digitale. Il tutto con grande attenzione alla sicurezza. Da quest’anno, offerto dalla scuola che ci investe migliaia di euro, gli studenti hanno un corso avanzato sulla sicurezza che permette l’accesso al mondo del lavoro. Questa preparazione si svolgerà nella sede di Olmo che accoglierà anche le aziende del territorio in momenti di confronto e seminari». David Nadery Cassata-Gattapone Gubbio: «Penso che spesso si aprano dibattiti sulla scuola quando il tema dovrebbe essere un altro: la questione centrale non è il PCTO, sicuramente migliorabile, che resta un tentativo di mettere in contatto formazione e mondo del lavoro, il tema vero è quello della sicurezza sul lavoro che prescinde e precede qualunque riflessione sul PCTO. L’esperienza della mia scuola è stata tutto sommato positiva con i limiti che l’Alternanza presenta al Centro e al Sud dove il tessuto produttivo intorno alle scuole non è vivace come al Nord. Capisco che adesso sull’onda dei fatti di cronaca recenti si rimetta in discussione tutto e tornino fuori dibattiti emersi al tempo della 107 ma non è l’Alternanza che provoca incidenti». Silvio Improta Capitini Perugia: «Il Vittorio Emanuele-Capitini ha anticipato i tempi iniziando a fare stage quindici anni fa, ancor prima che diventassero obbligatori: si chiamavano “Sei in azienda”. Quindi il Capitini ci crede nei PCTO. Per noi è un’esperienza molto interessante non solo e non tanto per avviare i ragazzi al lavoro quanto per farli avvicinare alle cose pratiche che studiano. I ragazzi dell’Economico frequentano studi di marketing e gestione aziendale, i geometri studi di progettazione e anche cantieri. La straziante tragedia del ragazzo friulano va inquadrata nei problemi di sicurezza generale nel mondo del lavoro che in Italia, pur essendoci le leggi, non si riesce ad assicurare e non va addebitata all’Alternanza».
Il Messaggero