Scomparsa di Barbara Corvi: La Cassazione decide sulla scarcerazione del marito, Roberto Lo Giudice

Scomparsa di Barbara Corvi: La Cassazione decide sulla scarcerazione del marito, Roberto Lo Giudice
TERNI - Il procuratore generale della corte di Cassazione chiede l’accoglimento del ricorso presentato dal procuratore, Alberto Liguori, contro l’annullamento,...

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TERNI - Il procuratore generale della corte di Cassazione chiede l’accoglimento del ricorso presentato dal procuratore, Alberto Liguori, contro l’annullamento, deciso ad aprile dal tribunale del Riesame di Perugia, dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita il 30 marzo nei confronti di Roberto Lo Giudice, accusato di omicidio volontario per la scomparsa della moglie Barbara Corvi, sparita nel nulla dalla sua casa di Montecampano di Amelia. Di lei non si hanno più notizie dal 27 ottobre 2009.

Una discussione pacata e contenuta quella andata in scena ieri di fronte alla prima sezione. Durante la quale i legali di Lo Giudice, gli avvocati Giorgio Colangeli e Cristiano Conte, hanno sostenuto l’ordinanza del Riesame che, a loro dire, “non ha lasciato punti oscuri. Confidiamo nell’ordinanza che - dicono - oltre a darci ragione è scritta molto bene. Ci sembra che il ricorso della procura di Terni prospetti una tesi alternativa più che criticare l’ordinanza”.

La sentenza della Cassazione è attesa per oggi.

“Il pm non esterna e non critica i provvedimenti dei giudici, che vanno rispettati ma anche impugnati. A seconda dell’esito del ricorso in Cassazione ci acquieteremo o meno” - disse a giugno il procuratore, Alberto Liguori confermando di aver depositato ricorso alla corte di Cassazione contro il provvedimento con cui il tribunale del riesame di Perugia ha rimesso in libertà Roberto Lo Giudice dopo 23 giorni di cella a Sabbione.

Per i giudici a suo carico “non sussiste un grave quadro indiziario”.

Il Riesame, in un provvedimento lungo 42 pagine, ha definito “non attendibili” e “notevolmente tardive” le dichiarazioni accusatorie dei tre collaboratori di giustizia reggini che nel 2019, a molti anni di distanza dalla iniziale manifestazione di volontà collaborativa, avevano dato impulso alla nuova inchiesta dei carabinieri, coordinata dal procuratore, Alberto Liguori.

“Il percorso indiziario nei confronti di Lo Giudice a noi sembrava coerente e chiaro nella sua progressione logica, ma così non è stato per il Riesame di Perugia. Noi non vinciamo e non perdiamo nei processi - disse Liguori - ma scriviamo storie processuali. Quando queste hanno letture diverse bisogna rivolgersi a chi ha il compito di valutare se il nostro operato è stato coerente e conforme alla  giurisprudenza. Quando non lo fosse facciamo un passo indietro. Attendiamo con serenità che la Cassazione ci dia una road map per capire se continuare a lavorare su questa inchiesta, anche a favore degli indagati, oppure se prendere atto che il lavoro fatto va azzerato e bisogna ripartire da capo”.

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Il Messaggero