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TERNI La Regione chiama e Terni risponde. C’è quasi un desiderio di andare via prima possibile dalla struttura pubblica, magari con la prospettiva di fare carriera in qualche clinica privata o, magari, in Regione. Altrimenti non c’è altra spiegazione sulla “fuga” dal Santa Maria, lasciando un posto sicuro per uno, tra l’altro, dove si deve ricominciare tutto daccapo. Come per esempio, ma ce ne sono altri, quello del dottor Camillo Giammartino che si è messo a disposizione di palazzo Donini e vi rimarrà fino a dicembre del 2022. In Regione si interesserà della programmazione della rete dei servizi sociali e integrazione socio- sanitaria. Giammartino primario di endocrinologia all’ospedale di Terni, è stato chiamato in piena pandemia dall’Uls 2 ricoprendo il ruolo di direttore sanitario, ed adesso il nuovo incarico a Perugia. Non è il solo “movimento” che si registra all’ospedale di Terni. Ci sono anche medici, infermieri, tecnici e oss che abbandonano il Santa Maria in modo volontario e i tempi del concorso per la loro sostituzione sono piuttosto lunghi. Così il personale in ospedale è insufficiente perché molti dei dipendenti risultano positivi al covid e non sono ancora rientrati dalla malattia. Ma è nell’alta specialità che si registrano le perdite più significative. In neurochirurgia, tanto per fare un altro esempio, la dottoressa Martina Della Costanza lascerà il prossimo marzo dopo un anno preciso dalla sua assunzione, anche se dal 1 febbraio in neurochirurgia è stato assunto Francesco Paglia. Quindi pari e patta in fatto di assunzione di medici. La domanda che tutti si fanno è perché questi professionisti aspirano ad andare altrove lasciando un carriera già cominciata a Terni. «La situazione, a dir la verità è di qualche anno- spiega Mauro Candelori della Uil- ma si è accentuata in questi ultimi tempi. I professionisti non cercano altre strutture anche perché sono pagati meglio ed hanno meno responsabilità». Gli fa eco Giorgio Lucci della Cgil «all’ospedale di Terni c’è un’emorragia inarrestabile che riguarda oltre i medici anche gli infermieri ed altri operatori». Da malattie dell’apparato respiratorio arriva un altro addio per dimissioni volontarie, si tratta sempre di una donna Maria Comasia Leone che assunta nel mese di marzo lascerà il posto il 1 maggio prossimo. E così si continua ad andare avanti, con le dimissioni di un altro medico, un infermiere, un tecnico di laboratorio medico e un oss (questa ultima a tempo determinato). Ma c’è pure chi arriva.
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Il Messaggero