Terni, al Santa Maria la musica culla i bimbi nati prematuri

Terni, al Santa Maria la musica culla i bimbi nati prematuri
È in corso di svolgimento da neanche due mesi, nel reparto di terapia intensiva neonatale dell'azienda ospedaliera di Terni diretto dalla dottoressa Federica Seri, un progetto di...

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È in corso di svolgimento da neanche due mesi, nel reparto di terapia intensiva neonatale dell'azienda ospedaliera di Terni diretto dalla dottoressa Federica Seri, un progetto di musicoterapia rivolto a genitori e piccoli nati prematuri. «La musicoterapia è una possibilità che hanno le persone di mettersi in relazione - spiega l'ideatrice del progetto, la musicoterapeuta Valeria Crescenzi che è anche cantautrice e flautista - perché unisce tutti gli aspetti musicali a quelli della cura e della terapia, favorendo e promuovendo la comunicazione, il benessere e la salute». L'evento della nascita prematura è vissuto in modo brusco dai genitori che si ritrovano improvvisamente in una realtà fragile: un reparto che non si aspettavano, un macchinario che li divide dal figlio, una degenza che può protrarsi per mesi per bimbi molto prematuri.

«Affianco il bimbo appena nato e la sua famiglia, ci mettiamo vicino all'incubatrice e proviamo a fare delle "piccole musiche" da qui il titolo del progetto. Partiamo dal vissuto dei genitori per arrivare a piccole ninne nanne che armonizziamo con strumenti che cambiano da bambino a bambino. Ad esempio utilizziamo dei sonagli che richiamano l'acqua, suoni molto calmanti per i bambini e gli adulti, favoriscono il rilassamento delle mamme che tengono i piccoli addosso con tutti i tubicini, perché non è semplice e solo tenerli in braccio può essere molto stressante, specie le prime volte. Ma ci può essere anche la chitarra, una piccola cetra, il dulcimer che è uno strumento a corde, per accompagnare queste pratiche». Tutto questo è valido sia per i piccoli sia per chi se ne prende cura. «Suono e musica possono rappresentare uno stimolo piacevole in grado di favorire lo sviluppo neuropsicologico del neonato, di stabilizzare i parametri vitali, in particolare il battito cardiaco e possono diventare un ponte con i suoi genitori, anch'essi cosi improvvisamente nati».

Una seduta di musicoterapia dura mezz'ora, due volte la settimana, finché il neonato non viene dimesso dall'ospedale. Ma anche dopo la famiglia non viene lasciata sola. «È importante ricreare la sicurezza che dà la musica con "le piccole musiche" che vengono registrate e riprodotte a casa. Così si cerca di seguire le famiglie anche nella fase post ospedaliera». Al momento Valeria Crescenzi segue quattro neonati e i loro genitori. «È un arricchimento umano incredibile e mi trovo molto bene. È una grande responsabilità, ma vedo che i genitori hanno bisogno di essere abbracciati con la musica. Più è responsivo l'ambiente famigliare più il bimbo riesce a vivere bene». "Piccole musiche" è un progetto sperimentale che Valeria Crescenzi ha fortemente voluto attuare a Terni.
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Il Messaggero