Spesa farmaceutica da allarme rosso, se lo specialista non taglia rischia la Corte dei Conti

Spesa farmaceutica da allarme rosso, se lo specialista non taglia rischia la Corte dei Conti
I pazienti di oncologia avranno il 5 per cento di farmaci in meno. Chi viene seguito da uno specialista di gastroenterologia o dermatologia in un ospedale umbro, invece,...

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I pazienti di oncologia avranno il 5 per cento di farmaci in meno. Chi viene seguito da uno specialista di gastroenterologia o dermatologia in un ospedale umbro, invece, vedrà ridotte le prescrizioni di un quarto. E via di seguito. I conti della sanità regionale sono da allarme rosso, tanto rosso che l’assessorato guidato da Luca Coletto ha fatto scattare le misure di massimo allarme. E così il direttore generale Massimo d’Angelo martedì ha inviato una pec ai manager delle quattro aziende sanitarie umbre con oggetto “urgenti misure di razionalizzazione della spesa farmaceutica”.


Il tono della missiva è imperativo. Dopo una tirata d’orecchie nelle prime righe per la «mancata o inefficace» attivazione da parte delle aziende delle misure disposte dalla giunta un anno fa, arriva l’elenco dei tagli da fare. Scrive d’Angelo: «Assegnare agli specialisti prescrittori tetti di spesa pari alla spesa media per paziente trattato nel 2021 ridotta del 25 per cento per reumatologia, dermatologia, gastroenterologia, nefrologia, ridotta del 5 per cento oncologia ed ematologia, del 10 per cento per le altre...».
E chi non taglia rischia di finire davanti al magistrato. Il mancato rispetto delle indicazioni, viene specificato da D’Angelo nella pec draconiana, potrebbe prefigurare un danno erariale, quindi un procedimento davanti alla Corte dei Conti. Ai direttori dei distretti spetterà anche la responsabilità di organizzare riunioni settimanali sulla questione. Le due Asl dovranno anche incaricare un farmacista e mezzo - uno a tempo e uno part-time - per il monitoraggio delle prescrizioni. Non solo, viene chiesto anche di «ridurre la mobilità farmaceutica passiva e le prescrizioni extra regionali», cioè evitare i casi di pazienti che andando a curarsi fuori producano un “rimborso” dei costi dalle casse della regione di partenza - l’Umbria - a quelle della regione di destinazione.
Per trovare strategie di razionalizzazione, le aziende ospedaliere dovranno anche scambiarsi mensilmente studi sperimentali farmacologici avviati.
GARE UNICHE
Accanto alla necessità di tagliare, il direttore della sanità regionale Massimo D’Angelo descrive alle quattro aziende il modello per produrre risparmi. Lo stesso discusso da anni e di fatto mai realmente applicato: fare il maggior numero possibile di acquisti centralizzati. Per questo dovrà essere rafforzata l’attività dell’azienda partecipata “Punto Zero” cui spetterà fare le gare, determinando anche il massimo di «omogeneizzazione» dei prodotti da utilizzare. Punto Zero dovrà occuparsi con una strategia centralizzata anche degli acquisti delle apparecchiature. E scatta d’ora in poi anche l’obbligo di capitolati di gara dettagliati nel caso di acquisto di macchinari, in cui conteggiare anche l’intero ciclo di vita dell’apparecchiatura.
FARE PRESTO

L’urgenza dell’intervento nasce dalla necessità di una stretta immediata, per la quale viene chiesta ai direttori delle quatto aziende sanitarie «l’immediata applicazione» di tutte le disposizioni relative alla spesa farmaceutica. Il segnale è chiaro: non c’è tempo da perdere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero