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PERUGIA Francesco Ferroni e Giancarlo Monsignori hanno un punto di osservazione privilegiato per tastare il polso dell’Umbria quando si fanno i conti su anziani e consumatori. Guidano, rispettivamente, la Fnp Cisl di Perugia e l’ Adiconsum regionale. E nel giorno in cui il caro bollette entra a gamba tesa sui bilanci della famiglie fanno i conti di chi bussa alle loro porte e confrontandosi con servizi che sbandano e conti che non tornano. E spesso servizi che sbandano e conti che non tornano vanno a braccetto pesano sull’economia delle famiglie
«Uno dei problemi maggiori che dobbiamo affrontare-spiegano Ferroni e Monsignori dai loro ufficio di via Campo di Marte - è quello legato ale liste d’attesa della sanità. Abbiamo segnalazioni non solo da anziani e pensionati di tempi troppo lunghi per le prestazioni ospedaliere che portano i cittadini verso il privato. Situazioni che portano alcuni a scegliere se fare o non fare un esame. C’è chi molla e non si cura più. Volete degli esempi? Cataratta e colonscopia a un anno, liste chiuse, per l’ecografia all’addome, interventi chirurgici, il caso di un intervento alle corde vocali, ferme da un anno. Una mammografia fuori screening prenotata ad aprire che finisce con u appuntamento a gennaio 2023. Queste sono difficoltà pesanti. Non tutti che la fanno, in caso di necessità se non a prezzi di importanti sacrifici di andare nelle strutture private. Abbiamo segnalazioni sempre più frequenti di pensionati che non potendo pagare la prestazione rinunciano alle cure. Ed è questo uno degli effetti del Covid che forse si vedono di meno, ma che fanno più male».
La sfida è quotidiana. E quell’osservatorio privilegiato che sono le associazioni dei consumatori e gli sportelli sindacali dicono che gli over 65 umbri si trovano a fare i conti con le trappole giornaliere che parato dai servizi ma che poi pesano, in maniera più o meno importante, sul portafoglio.
«Ci segnalano problemi- spiega Ferroni della Fnp Cisl di Perugia- rispetto alla gestione dei rapporti con alcuni servizi. Il rapporto con le aziende sono difficili. I call center mandano i cittadini in crisi. E non sempre se ne riesce a venire a capo. Ci segnalano che cambiare un contatore diventa un’odissea. Settimane per la sostituzione, ma poi quando si rifanno i conti non sempre tornano. E riavere i soldi indietro è complicato. Situazioni che ci vengono segnalate per gestioni di gas ed energia elettrica dove i gestori per certi interventi si affidano a società in appalto e lì si nascondono i disagi per i cittadini».
Non ultimo è il problema del pagamento di tariffe si servizi pubblico con al piattaforma PagoPa: «Ci sono costi di esazione che su pagamenti ripetuti- dice Monsignori-fano salire il costo della bolletta. A Perugia, per esempio, il caso più eclatante è quello dei rifiuti: con la rateizzazione si arriva a pagare anche una decina di euro in più proprio perché il PagoPa è utilizzato per ogni bollettino».
La partita rifiuti fa battere Cisl e Adiconsum, ancora una volta, sulle controversie con Gesenu. «Sempre difficili da gestire- attacca Ferroni-sugli accertamenti ci troviamo di fronte a situazioni che creano problemi agli utenti.
Il Messaggero