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Tra dirigenti, amministratori, funzionari pubblici e dipendenti, sono 20 le persone indagate dalla Procura di Perugia che tra il 2014 e il 2020 ha acceso i riflettori sugli appalti delle aziende sanitarie e ospedaliere dell’Umbria. L’indagine della guardia di finanza ha coinvolto anche due società: la Servizi Ospedalieri e la Servizi Associati. Gli accertamenti hanno riguardato l’affidamento dei servizi di pulizia e sanificazione, il 'lavanolo' e ricondizionamento dei dispositivi tessili e superfici antidecubito, insieme alla fornitura di apparecchiature medicali. Le ipotesi di reato contestate a vario titolo dai pm vanno dalla corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio alla turbata libertà degli incanti, passando per l’inadempimento di contratti di pubbliche forniture. Vengono contestati, sempre a vario titolo, episodi di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale e di falsità ideologica. In queste ultime ore l’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato a Reno Vitali, Emilio Duca, Serena Zenzeri, Roberto Bacchetta, Carlo Nicastro, Patrizia Valentinucci, Lucio Scarponi, Silvano Mei, Ennio Ruggeri, Cristian Calvi, Massimiliano Aniello De Marco, Fabio Luppino, Rosa Maria Franconi, Claudio Zucchetti, Paola Panzarola, Diamante Pacchiarini, Fabio Madonnini, Tullio Coccoli, Susanna Sodo e Michele Duranti. Calvi, De Marco, Luppino, Mei, Ruggeri e Valentinucci vengono ritenuti responsabili di «non aver adempiuto agli obblighi derivanti dal contratto d’appalto concluso con la Ausl Umbria 1» in quanto «facevano mancare parte delle cose e opere necessarie all’impresa». I pm parlano di «inadempienze nella consegna delle divise per il personale» in varie strutture e di «omissioni» da parte di Valentinucci che «impediva ai vertici dell’Ausl Umbria 1 di poter intervenire attivamente». Nel carnet di accuse riguardanti la Servizi ospedalieri Spa si legge che la società «aveva come vantaggio una posizione di accondiscendenza della funzionaria pubblica Valentinucci» che «pur avendo ricevuto numerose segnalazioni di disservizi, di non conformità e di mancate consegne provenienti dai vari presidi Ausl Umbria 1 sul territorio, ometteva l'invio di formali e tempestive segnalazioni agli impegni assunti nel contratto di appalto, facendo così in modo che non venissero attivati i meccanismi sanzionatori». Ecco dunque le accuse all’ex dg del Santa Maria, Emilio Duca, all’ex direttore sanitario Pacchiarini e a Madonnini, titolare della Medical Line: «Turbavano mediante collusioni e mezzi fraudolenti la procedura negoziata per la fornitura di un sistema di monitoraggio multiparametrico continuo». Infine Bacchetta (presidente della commissione giudicatrice della procedura ristretta relativo all'affidamento del servizio di lavanoleggio e di ricondizionamento di dispositivi tessili e superfici antidecubito delle aziende sanitarie e ospedaliere della Regione Umbria, indetta da Umbria Salute Scarl), Coccoli, Nicastro e Sodo che «turbavano la procedura mediante collusioni e condotte fraudolente consistite nel fornire indicazioni riservate alla società So.ge.si.
Il Messaggero