Secondo la nuova convenzione tra Università e Regione dovrebbe sparire: ogni anno il reparto di Chirurgia della mano effettua 1200 interventi chirurgici

Secondo la nuova convenzione tra Università e Regione dovrebbe sparire: ogni anno il reparto di Chirurgia della mano effettua 1200 interventi chirurgici
TERNI Secondo la bozza della nuova convenzione tra Università e Regione tra le alte specialità che dovrebbero chiudere all'ospedale di Terni, c'è...

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TERNI Secondo la bozza della nuova convenzione tra Università e Regione tra le alte specialità che dovrebbero chiudere all'ospedale di Terni, c'è quella della Chirurgia della mano. Un colpo di spugna inaspettato e che cancella oltre 25 anni di lavoro ed un centro di riferimento regionale..


L'ultimo intervento innovativo di microchirurgia della mano l'equipe di Antonio Azzarà, con Luca Braghiroli, Lorenzo Bocchino e Giuseppe Mosillo, risale soltanto qualche mese con la messa in opera di una nuova tecnica riguardante il trattamento della spasticità dell'arto superiore, studiata e messa in campo da uno dei massimi esperti a livello mondiale, la dottoressa Caroline Leclercq. L'intervento è stato eseguito su una giovane donna di Terni di 27 anni con pieno successo dando speranza a tante altre persone con la stessa patologia (esiti di encefalite ipossico - ischemica con emiplegia spastica sinistra) che aveva reso fortemente invalidante l'arto superiore e la mano sinistra della donna. Cinque ore di intervento perfettamente riuscito. Questa specialità che è stata sempre considerata complessa, con la nuova convenzione tra Regione e università, rischierebbe di diventare semplice, relegando l'ospedale di Terni come succursale di Perugia dove pure esiste una chirurgia della mano. La struttura del "Santa Maria" quindi a conduzione ospedaliera, quindi, correrebbe il rischio di un ridimensionamento quando al contrario rappresenta una delle attrattività ex regionali più importanti in Umbria. La sua storia arriva da lontano e rappresenta la continuazione dell'attività svolta da circa 25 anni dal professor Maurizio Altissimi e dal dottor Azzarà.
Di cosa si interessa la microchirurgia della mano? «La struttura è uno dei centri nazionali di riferimento accreditati per i reimpianti di arto ed è l'unico centro di chirurgia della mano autonomo regionale e per il Centro -sud».
Di cosa si occupa il reparto? «Del trattamento in urgenza di lesioni traumatiche dell'arto superiore (mano, polso, gomito), di chirurgia programmata per patologie acquisite e congenite dell'arto e di microchirurgia vascolare e nervosa. Inoltre ha una sezione di chirurgia ambulatoriale con circa cento visite alla settimana».

Qualche numero dottor Azzarà sull'attività del reparto. «L'attività chirurgica è di circa 1.200 interventi all'anno (600 interventi maggiori in urgenza e altrettanti ambulatoriali). Siamo presenti su richiesta del pronto soccorso per un totale di 1.600 accessi annui». Da dove provengono i pazienti trattati? «I pazienti operati sono nel 41% dei casi della provincia di Terni, il 33% della provincia di Perugia e il restante 26% dalle provincie limitrofe di Rieti, Viterbo, Macerata e dell'Italia Centro-sud».

Quanti interventi difficili di chirurgia della mano che hanno permesso ai pazienti di riprendere una vita lavorativa regolare? «I casi più difficili soprattutto sono quelli che vengono effettuati all' arto superiore e inferiore ma di solito riusciamo a risolverli». Come funziona la riabilitazione di una persona che ha avuto problemi con gli arti? «Per la stragrande maggioranza vengono operati a Terni e riabilitati presso la riabilitazione di Trevi, in particolare quelle persone affette da grave spasticità in esito a cerebro- lesioni».
 

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Il Messaggero