Rissa davanti alla moschea di Umbertide: l’imam ritira la querela, processo finito

Il tribunale di via XIV Settembre
Querele ritirate e, conseguente, fine del processo per rissa nel quale sono imputate a Perugia cinque marocchini accusati di aver preso parte al diverbio avvenuto il 18 giugno...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Querele ritirate e, conseguente, fine del processo per rissa nel quale sono imputate a Perugia cinque marocchini accusati di aver preso parte al diverbio avvenuto il 18 giugno 2017 davanti alla moschea di Umbertide. Tra gli imputati c’è anche iul presidente e imam del centro culturale islamico, Chafiq El Oqayly. Sei anni dopo i fatti, dunque, la vicenda si conclude con la remissione delle denunce. I fatti si sarebbero comunque prescritti entro il 2024: il giudice titolare del fascicolo ha deciso di fissare la prossima udienza nel 2025 e in quella sede verrà dichiarata formalmente la prescrizione. Prima del rinvio a giudizio due marocchini - l’imam Chafiq El Oqayly e Abdesselame Azza - erano finiti all’ospedale con prognosi di 25 e 30 giorni. Nel corso di quello che è stato definito in Procura un «acceso diverbio» il presidente e imam del Centro culturale islamico di Umbertide era stato percosso con un pugno al volto e un calcio sul fianco: riportò la frattura di una costola. Il rivale - secondo la ricostruzione - percosso dall’imam e dagli altri tre imputati Faouzi Zairi , Mohamed El Aseri ed El Mostapha En Nado - venne «spintonato e colpito con pugni al volto e calci al corpo anche dopo averlo fatto cadere a terra». Azza riportò fratture all’occhio e contusioni multiple per le quali fu necessario il ricovero in ospedale e l’«intervento chirurgico di ricostruzione di entrambi i pavimenti delle orbite». «Con l’aggravante di aver procurato alla persone offesa - scrive il pm Mara Pucci - l’indebolimento permanente dell’organo della vista». Gli imputati sono difesi dagli avvocati Francesco Paolieri e Antonio Cozza.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero