Riapre al pubblico il Cenacolo San Marco con le opere di Marco Muti, classe 1966, una laurea in fisica seguita dalla specializzazione in fisica medica. Uno scienziato insomma, che...
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E’ radiologo, marito e padre (di tre figli), "tutti ganzi" come dice lui, ma anche artista: attraverso il colore le sue opere trasmettono emozioni e sembrano emanare profumi e valori come se ci si trovasse in un giardino, quello "delle eventualità".
Oli, acquerelli e disegni a carboncino riempiono in questi giorni la sede espositiva di via del Leone.
«Al di là della parte razionale, vigile e capace, c’è il sogno, il desiderio, quanto attiene alla ricerca interiore, all’equilibrio tra i miei sensi e il mondo, l’enorme bagaglio di vissuto di cui a malapena si annota qualche indirizzo». Ecco, con questo spirito Marco Muti dipinge, disegna, scrive poesie e canzoni. «Quando un pensiero o un’emozione nascosti e nati in te trovano respiri e arrivano agli altri, diventano opere». L’arte vissuta come avventura e come viaggio. Nella mostra dal titolo "Il giuardino delle eventtualità" si potranno ammirare paesaggi onirici accanto a volti femminili nelle loro diverse manifestazioni: dalla tenerezza e dolcezza, alla durezza e ribellione. «Marco Muti esprime i suoi sentimenti e racconta il suo vissuto attraverso il colore» – afferma Stefania Parisi, direttore dell’Istess, che organizza l’evento con il patrocinio del Comune di Terni. «La mostra riaperta in questo momento difficilissimo vuole porsi come messaggio di speranza di ripresa attravreo l’arte». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero