PERUGIA Una riserva di 350 posti letto da destinare ai malati di coronavirs. È questa la cifra sulla quale ora lavora la Regione Umbria. Il numero è riportato...
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Il piano per far fronte all’emergenza viene aggiornato quasi quotidianamente, in una corsa contro il tempo che vede da un lato la crescita dei pazienti bisognosi di ricovero e dall’altro il riassetto degli ospedali.
Servono letti e attrezzature. Sono necessari in particola spazi di Terapia intensiva. L’ultima versione del piano regionale individua numeri per la Rianimazione dedicata esclusivamente ai pazienti Covid-19: 27 letti a Perugia, 23 a Terni, 8 a Pantalla, altri 8 Città di Castello. La somma arriva a 66, cioè una decina di postazioni al di sotto del realistico fabbisogno individuato dalla Task force regionale, da qui la necessità di Foligno. Di più: servono pure spazi per “isolamento diagnostico”: 80 posti letto.
Accanto agli spazi servono le attrezzature: le forniture arrivate finora dalla Protezione civile nazionale vengono giudicate insufficienti da Palazzo Donini, che ieri ha voluto diffondere l’elenco dei materiali ricevuti. Nell’inventario risultano 5 ventilatori per terapia intensiva (di cui due impiegati a Città di Castello e altri 3 con l’attacco per ossigeno non compatibile), 3 trasportabili ma senza batteria e con le istruzioni in cinese e 2 per terapia subintensiva. Ancora: 268mila mascherine rettangolari risultate inadatte per il personale sanitario, 208mila mascherine chirurgiche, 30mila mascherina Ffp2 (quelle con il filtro) e 1700 camici.
La Protezione civile regionale si tra attrezzando per rendere compatibili e funzionanti i respiratori ricevuti al momento inutilizzabili, ma la polemica anche politica è forte. «La giunta non copra ritardi e mancanze con attacchi ingiustificati», ha detto ieri il capogruppo Pd in Regione Tommaso Bori. «Basta sciacallaggio, chiedano al loro governo di rimediare», la replica del leghista Stefano Pastorelli. A seguire una lettera del commissario dem Verini alla Tesei e la replica dei parlamentari umbri del Carroccio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero