Regione, altro che spending review la spesa corrente aumenta ancora

Regione, altro che spending review la spesa corrente aumenta ancora
PERUGIA - Da 2 miliardi e 21 milioni a 2 miliardi e 246 milioni. Secondo l'elaborazione del centro studi Impresa Lavoro, la Regione Umbria ha fatto lievitare la spesa corrente...

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PERUGIA - Da 2 miliardi e 21 milioni a 2 miliardi e 246 milioni. Secondo l'elaborazione del centro studi Impresa Lavoro, la Regione Umbria ha fatto lievitare la spesa corrente dell'11 per cento in tre anni. Le cifre fanno riferimento al periodo compreso tra il 2011 e il 2014.




La spesa pubblica corrente delle regioni nel periodo 2011-2014 è cresciuta di 3,9 miliardi di euro, in pratica quasi due volte l'Umbria. Il Lazio detiene il record di ente spendaccione con il maggiore incremento nel periodo analizzato, addirittura un più 33,33 per cento seguito dalla Calabria (31,06 per cento) e poi dall'Umbria.



C'È ANCHE DI MEGLIO In effetti, c'è anche chi è stato in grado di risparmiare. La Lombardia risulta la regione che ha effettuato i tagli più robusti alla spesa corrente, scesa dell'11,63%. Hanno stretto la cinghia pure la Provincia autonoma di Bolzano (-6,33%), l' Abruzzo (-6,09%) ed anche la Sardegna (-5,94%).



QUANTO CI COSTA L'Umbria si ritrova su in classifica anche per quanto riguarda la spesa corrente pro-capite. Per essere precisi: 2504 euro. Meno dei 3100 del Lazio, ma sicuramente di più rispetto ai 1700 della Lombardia e ai 2mila scarsi dell'Abruzzo. Insomma, a guardare questi numeri il Cuore verde assomiglia molto di più alla cicala spendacciona che alla formica risparmiosa.



LE BACCHETTATE In effetti qualcuno aveva già sottolineato in rosso alcuni conti di Palazzo Donini. «Eccessive» spese di rappresentanza, con gli oltre 600mila euro per le foto di Steve Mc Curry. Una gestione dei residui passivi che «evidenzia un peggioramento del tasso di smaltimento». E pure: troppi incarichi e consulenze e un numero «elevato» di dirigenti. Parole arrivate dalla relazione della Corte dei Conti appena un mese fa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero