Regione, legge contro l'omofobia sfiorata la rissa in aula VIDEO Discussione rinviata

Confusione in consiglio regionale durante l'approvazione della legge contro l'omofobia
PERUGIA  - La discussione della legge regionale “contro l'omofobia” è stata rinviata per mancanza del numero legale in aula. Ma in consiglio...

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PERUGIA  - La discussione della legge regionale “contro l'omofobia” è stata rinviata per mancanza del numero legale in aula. Ma in consiglio regionale in tarda mattinata è stata sfiorata la rissa: il consigliere Sergio De Vincenzi (lista Ricci Presidente) ha lanciato in aria fogli di carta e si è rivolto con toni durissimi contro la presidente dell'assemblea legislativa Donatella Porzi che ha sospeso la seduta. De Vincenzi sostiene che la copertura finanziaria per la legge sia assicurata solo per il 2016 e non per 2017, e che quindi il testo di legge debba tornare in commissione. 


Lo stop al dibattito è arrivato poco dopo le 13. In Aula stava iniziando la discussione della proposta di legge sulle “Norme contro le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale” ed era già stata illustrata, dal
consigliere Attilio Solinas (firmatario dell'atto con Chiacchieroni e Leonelli del Pd), la relazione di maggioranza. Proprio De Vincenzi ha chiesto la verifica del numero legale. Erano assenti giustificati fin dall'inizio dei lavori la presidente Catiuscia Marini (a Roma per incontrare il premier Gentiloni per discutere dei fondi per la ricostruzione del post sisma) e i consiglieri Carla Casciari e Marco Guasticchi del Pd e Raffaele Nevi di Fi, mentre altri hanno abbandonato l'Aula durante i lavori.

Il relatore di maggioranza Attilio Solinas ha spiegato che la proposta di legge «si propone di affrontare le
problematiche legate alle discriminazioni determinate dall'orientamento sessuale e dall'identità di genere, e di indicare soluzioni concrete mediante l'elaborazione di un programma di interventi volti al raggiungimento dell'uguaglianza delle persone a prescindere dal loro orientamento sessuale e dalla loro identità di genere».
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Il Messaggero