Regione: un bando per riscoprire l'Umbria rurale

Paola Agabiti
PERUGIA - «Il bando per la protezione e la valorizzazione di architettura e paesaggio rurale dell'Umbria è una opportunità importante da...

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PERUGIA - «Il bando per la protezione e la valorizzazione di architettura e paesaggio rurale dell'Umbria è una opportunità importante da cogliere per preservare i paesaggi rurali e storici attraverso il recupero e la conservazione di un grande patrimonio culturale della regione, quale elemento identitario e ulteriore motore di rilancio e sviluppo del turismo», così l'assessore regionale alla Cultura Paola Agabiti. 


«Il recupero - sostiene Agabiti - favorirà sia le attività legate al mondo agricolo sia la creazione di servizi a beneficio
della fruizione culturale e turistica, come i piccoli musei locali legati al mondo rurale che svolgono un ruolo importante nelle comunità locali promuovendo la conoscenza e la memoria».
Potranno essere finanziati interventi di risanamento conservativo e recupero funzionale di elementi tipici dell'architettura e del paesaggio rurale, allestimento di spazi da destinare a piccoli servizi sociali, ambientali e turistici su edifici rurali: manufatti destinati ad abitazione rurale o destinati ad attività funzionali all'agricoltura (mulini ad acqua o a vento, frantoi, cantine case torre colombaie, ville e grandi residenze di campagna), che abbiano o abbiano avuto un rapporto diretto o comunque connesso con l'attività agricola circostante - è spiegato nel bando - e che non siano stati irreversibilmente alterati nell'impianto tipologico originario, nelle caratteristiche architettonico- costruttive e nei materiali tradizionali impiegati; strutture o opere rurali: i manufatti che connotano il legame organico con l'attività agricola di pertinenza (fienili, ricoveri, stalle, essiccatoi, forni, pozzi, recinzioni e sistemi di contenimento dei terrazzamenti, sistemi idraulici, fontane, abbeveratoi, ponti, muretti a secco e simili; elementi della cultura, religiosità, tradizione locale: manufatti tipici della tradizione popolare e religiosa delle comunità rurali
(cappelle, edicole votive, abbazie, pievi, ecc.), dei mestieri della tradizione connessi alla vita delle comunità rurali.

Le risorse, a fondo perduto, vengono assegnate fino all'80% delle spese, fino a 150 mila euro per ogni finanziamento.

 

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Il Messaggero