La Regione approva l'atto “anti-bulli”: «Volontariato obbligatorio e lezioni di educazione civica»

La Regione approva l'atto “anti-bulli”: «Volontariato obbligatorio e lezioni di educazione civica»
PERUGIA - L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato all'unanimità una mozione presentata da un consigliere di...

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PERUGIA - L'Aula di Palazzo Cesaroni ha approvato all'unanimità una mozione presentata da un consigliere


di maggioranza che impegna la Giunta «ad attivarsi con i Comuni umbri al fine di promuovere collaborazioni con gli
istituti scolastici, le associazioni e gli enti del terzo settore, per impiegare i minori coinvolti in azioni criminose o
di bullismo, in servizi di volontariato, elaborare un piano di monitoraggio costante del fenomeno delle baby gang, in sinergia con Anci Umbria e le forze dell'ordine, oltre a promuovere e sollecitare nelle scuole iniziative di educazione civica e sociale, volte a rendere i ragazzi consapevoli rispetto a tale fenomeno».
L'atto di indirizzo evidenzia che «le baby gang rappresentano un problema meritevole di attenzione e anche nella nostra regione sono sempre più frequenti casi di cronaca legati a questo fenomeno che coinvolge prevalentemente minorenni della fascia di età dai 14 ai 17 anni, organizzati in gruppi e dediti a atti vandalici, furti, rapine che poi potrebbero anche tradursi in fenomeni gravi di estorsioni, risse e spaccio di stupefacenti».

Dal rapporto “Le Gang Giovanili in Italia” realizzato da Transcrime (Centro di ricerca nazionale sui fenomeni criminosi), si evidenziano criticità in Umbria ed in particolare nelle zone urbane e periferiche di Terni e Perugia in cui il livello di organizzazione di questi gruppi sta crescendo. «La Procura presso il Tribunale dei minori dell' Umbria - si


ricorda nell'atto - ha promosso in un anno (luglio 2021- luglio 2022) ben 529 procedimenti penali nei confronti di ragazzi autori di reati tra cui spiccano delitti contro l'incolumità personale, lesioni, furti, spaccio e danneggiamenti di vario tipo con un trend in crescita costante anno dopo anno. E' dunque fondamentale intervenire coinvolgendo enti del Terzo settore, organismi della giustizia minorile, servizi sociali territoriali, famiglie, scuole e enti di formazione al fine di attuare un'opera di sensibilizzazione della popolazione e di aiuto alle vittime». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero