Rapina in casa a Deruta, famiglia picchiata e in ostaggio: caccia a tre banditi

DERUTA - Il terrore ha i volti misteriosi di tre banditi e l’oscurità di un sabato sera di metà luglio. Il terrore è un assalto in casa che sembra non...

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DERUTA - Il terrore ha i volti misteriosi di tre banditi e l’oscurità di un sabato sera di metà luglio. Il terrore è un assalto in casa che sembra non finire mai, la follia di una pistola puntata in faccia e la brutalità di calci e pugni. Il terrore diventa la violenza di una cassaforte fatta aprire con la forza, una famiglia sequestrata e la paura che possa succedere di nuovo. Una paura oltre le botte, oltre le ferite, oltre la prognosi in ospedale: la paura di non sentirsi più sicuri dove si dovrebbe esserlo di più al mondo, in casa propria.


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Il terrore si è materializzato sabato sera nella casa di un imprenditore in pensione, di sua moglie commercialista e della loro figlia trentenne. Il tentativo iniziale di resistere al commando entrato in azione con coltello e pistola brutalmente vanificato dalla violenza dei banditi: l’imprenditore e la sua famiglia sono stati picchiati a sangue. Al punto da essere ricoverati, moglie e marito, all’ospedale Santa Maria della Misericordia dopo essere andati al pronto soccorso assieme alla figlia, che ha riportato ferite meno gravi ed è stata dimessa.

L’ASSALTO 
Il tutto è accaduto sabato in tarda serata in una abitazione del centro dove, poco dopo le 22, un settantenne, imprenditore con interessi ed affari sia in città sia fuori regione, stava trascorrendo la serata insieme alla moglie 65enne, e alla figlia trentenne. Improvvisamente si è trovato dinanzi tre individui, due di colore, o almeno così gli sono sembrati, e un bianco, armati di pistola e coltello che hanno agito rapidamente pronunciando pochissime parole, ma facendo capire le loro intenzioni chiedendo minacciosamente soldi e gioielli. 

Probabilmente essendo informati sull’agiatezza della famiglia immaginavano o erano al corrente del fatto che in casa i valori fossero custoditi in una cassaforte, perché hanno ripetutamente chiesto dove fosse nascosta. Ma sentendosi negare la sua posizione, e rifiutare la consegna dei valori, si sono accaniti sui tre pestandoli a sangue. A quel punto, vista l’impossibilità di resistere a tanta violenza, l’imprenditore ha ceduto ed ha aperto la cassaforte. Due Rolex e gioielli: questo il grosso del bottino portato via dai tre banditi. Il sospetto è che abbiano avuto un quarto complice ad aspettarli con l’auto pronta per la fuga, molto probabilmente favorita dalla vicinanza alla E45. 
 


Appena scappati i rapinatori, i tre familiari sono riusciti a dare l’allarme e a chiamare i carabinieri. Sono intervenuti i militari della stazione di Deruta, della compagnia di Todi e i nuclei operativo e investigativo del comando provinciale di Perugia. Immediata è partita la caccia da parte dei militari ai banditi. Secondo quanto raccontato dalle vittime, uno dei tre aveva un accento italiano, probabilmente del posto. I carabinieri non escludono alcuna ipotesi, da banditi venuti da fuori su “indicazione” di qualche basista locale alla possibilità che i rapinatori sapessero per via diretta della presenza della cassaforte e dei gioielli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero