San Giustino, quattro giovani morti dopo il compleanno: pronte maxi-richieste di risarcimento

Il muro dove si è schiantata l'auto con i quattro ragazzi a bordo
Si profilano all’orizzonte, neanche così lontano, richieste milionarie di risarcimento nel processo in corso a Perugia nel quale sono imputati con l'accusa di...

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Si profilano all’orizzonte, neanche così lontano, richieste milionarie di risarcimento nel processo in corso a Perugia nel quale sono imputati con l'accusa di omicidio stradale due dirigenti comunali del settore Lavori pubblici del Comune di San Giustino (uno dei quali in pensione) inquisiti in seguito al drammatico incidente stradale in cui la notte del 3 dicembre 2022 hanno perso la vita quattro giovani tra i 17 e i 22 anni. Le vittime si chiamavano Natasha Baldacci, che era alla guida, Nico Dolfi, Gabriele Marghi (tutti 22enni e residenti a Città di Castello) e Luana Ballini (17 anni, di Monte Santa Maria Tiberina). Si trovavano tutti e quattro a bordo della Fiat Punto mentre rientravano da una festa di compleanno e sono finiti fuori strada. Nel corso dell'udienza di ieri i loro familiari - a causa di un difetto di notifica che ha portato al rinvio dell'udienza preliminare - non hanno avuto occasione di depositare le richieste di costituzione di parte civile. Dovrebbero farlo il prossimo 7 maggio, sempre davanti al giudice Margherita Amodeo: le richieste conterranno le motivazioni per cui i genitori, i fratelli e i nonni dei quattro ragazzi chiedono di essere risarciti. 

La Procura di Perugia ha iscritto nel registro degli indagati i nomi di un 70enne di Arezzo e di un 63enne tifernate nei confronti dei quali è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio. Nopn dovrebbero esserci riti alternativi. Alla prima occasione gli imputati, attraverso gli avvocati Luca Fanfani di Arezzo e Vittorio Betti, depositeranno una consulenza tecnica di parte. I due dirigenti comunali vengono ritenuti responsabili dalla Procura di Perugia di aver «violato le norme in materia di circolazione stradale»: con «colpa, consistita in negligenza, imprudenza ed imperizia quali dirigenti del Servizio Lavori Pubblici e patrimonio del Comune di San Giustino non curavano la manutenzione di via Umbra in San Giustino, in quanto omettevano di ripristinare idonea barriera stradale di sicurezza, rimossa successivamente al sinistro stradale avvenuto il 1° aprile 2018, quale necessario dispositivo a protezione della pila del ponte sito lungo la strada indicata, così concorrendo a cagionare al morte di Natasha, Nico, Gabriele e Luana, i quali a bordo della Fiat Punto decedevano a seguito dell’incidente stradale in cui incorreva il menzionato veicolo, che, percorrendo Via Umbra in direzione Città di Castello-San Giustino, giunta all’altezza dell’incrocio con via Mattei, perdeva il controllo, invadendo dapprima con la ruota anteriore destra la banchina in terra battuta posta sulla destra della carreggiata per poi trovarsi con entrambe le ruote del lato destro all’interno del canale di regimentazione delle acque, ubicato lungo il margine della banchina, non segnalato e privo di alcun mezzo di protezione, ed infine andava a sbattere contro il muro di cemento armato costituente la pila del ponte». 


Le parti civili sono assistite dagli avvocati Marco Nicastro, Leonardo Gabrielli, Gloria Cangi, Riccardo Vantaggi ed Eugenio Zaganelli.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero