Pubblica le foto dei suoi lividi su Facebook e fa condannare l'ex fidanzato violento a 11 anni

Pubblica le foto dei suoi lividi su Facebook e fa condannare l'ex fidanzato violento a 11 anni
 «Te la ricordi questa strada? Vuoi vedere che ti faccio peggio dell’altra volta? Hai rovinato tutto. Mi hai fatto partire di capoccia, vedi? Ora ti faccio vedere...

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 «Te la ricordi questa strada? Vuoi vedere che ti faccio peggio dell’altra volta? Hai rovinato tutto. Mi hai fatto partire di capoccia, vedi? Ora ti faccio vedere io. Queste sono le buche dove ti sotterro». E c’è quasi riuscito, dopo averla costretta per giunta ad avere un rapporto sessuale. Una storia da far accapponare la pelle. Anche e soprattutto per le foto del massacro che lei stessa ha pubblicato su Facebook. Quel volto tumefatto in cui provare a riconoscere una bella ragazza di poco più di vent’anni è diventato però l’emblema della forza di una giovane donna che ha deciso di superare paura, dolore e minacce di morte per denunciare quel fidanzato-orco e far capire una volta in più a tutte le donne che non ci si deve arrendere.

Caterina, di Bastia, quel 5 dicembre 2019 ha sconvolto il mondo dei social con la testimonianza della brutalità subita. Ma poco più di un anno dopo l’autore di quella brutalità, Daniele Polzoni, è stato condannato a undici anni di carcere e 35mila euro di risarcimento. Il tribunale ha così accolto le richieste del pubblico ministero, Gemma Miliani, che lo ha accusato di sequestro di persona, lesioni aggravate, minacce e violenza sessuale.

LA STORIA
Quelle ferite e quei lividi pubblicati sui social rappresentano l’ultima puntata di una relazione fatta di violenza: «Così mi ha ridotto, divertendosi» scriverà qualche ora dopo Caterina su Facebook a corredo di quelle foto. L’ultima puntata racconta delle botte in auto, delle urla della ragazza dei carabinieri che vanno due volte sul luogo dell’allarme e alla fine riescono a trovare e soccorrere la giovane che trova rifugio in ospedale.


Pochi giorni dopo, l’uomo era finito agli arresti domiciliari dopo aver cagionato alla sua fidanzata un «perdurante e grave» stato di paura ingenerandole un «fondato timore» per la sua incolumità. Non “solo” calci e pugni dal momento che, secondo quanto ricostruito dagli investigatori e dal magistrato, Polzoni avrebbe messo in campo tutte le Il trentenne avrebbe limitato poi la giovane nelle frequentazioni dei suoi amici. Non solo. Secondo i carabinieri avrebbe anche privato la giovane della libertà, chiudendola dentro casa e impedendole, di fatto, di poter uscire dalla sua abitazione. Avrebbe poi operato - sempre in base all’accusa - un «costante» monitoraggio dei social network della fidanzata. Lei ha avuto il coraggio di raccontare tutto prima sui social e poi ai carabinieri che l’hanno liberata dall’incubo. Che adesso è definitivamente finito. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero