Scuole di lingue solo con la Dad: oggi la protesta, c'è anche l'Umbria «Luci spente, siamo vicini al collasso»

Scuole di lingue solo con la Dad: oggi la protesta, c'è anche l'Umbria «Luci spente, siamo vicini al collasso»
Venerdì 13 novembre alle 18, le scuole di lingue e i centri di certificazione linguistica spegneranno le luci in segno di disapprovazione nei confronti dell’ultimo...

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Venerdì 13 novembre alle 18, le scuole di lingue e i centri di certificazione linguistica spegneranno le luci in segno di disapprovazione nei confronti dell’ultimo Dpcm e del Decreto Ristori bis.

«Siamo state assimilate ai centri di formazione che possono operare solo con una didattica a distanza non adeguata alla fascia di studenti più giovani che le frequentano, dimenticate dal Decreto Ristori che non inserisce il codice ateco 85.59.30 a cui appartengono e con perdite di fatturato fino all’80%, le scuole di lingue sono vicine al collasso. Migliaia di studenti sono costretti ad interrompere i corsi di lingua - per i quali le famiglie hanno investito tempo e risorse - perché la didattica a distanza su percorsi non curriculari non è così apprezzata e gli esami di fine corso non possono essere sostenuti online».

 

Lo scrivono in un appello congiunto Aisli – Associazione Italiana Scuole di Lingue Asils – Associazione Scuole di Italiano come Lingua Seconda, Cambridge Assrssment Enghlis – Ente Certificazioni di lingua inglese Eduitalia – Associazione di Scuole ed Università che offrono corsi per studenti stranieri,  Federlingue – Associazione Italiana Servizi Linguistici di Confcommercio Fidef – Federazione Italiana Enti e Scuole di istruzione e formazione, Italian Italy – Associazione Scuole per la diffusione della cultura e della lingua italiana nel mondo.

«La crisi sanitaria priva in questo modo i giovani della possibilità di diventare competitivi in un mondo sempre più globalizzato ed i nostri studenti non possono dimostrare la competenza linguistica acquisita poiché le sessioni di esame sono state annullate. Per non parlare dei piccoli studenti cui è tolto il diritto di socializzare e di svilupparsi come individui, nonostante le nostre scuole abbiano aule con pochi studenti e dove è possibile apprendere in sicurezza, più di quanto accada nelle scuole statali dove la didattica in presenza è consentita. Le scuole di lingue devono adeguarsi ed accettare le restrizioni imposte dai decreti assistendo al tracollo finanziario delle attività e risultando completamente invisibili agli occhi dei legislatori che non tutelano minimamente il nostro mondo votato all’educazione, soprattutto dei più giovani». E' questa la critica che viene rivolta dalle associazioni al contenuto dell'ultimo Dpcm.

 

E concludono: «Le associazioni del comparto comprendono i tempi che stiamo vivendo, ed è per questo che sin da febbraio ci si è adoperati per poter operare in sicurezza. Ma ora è urgente l’appello al Governo affinché sostenga il settore. Venerdì alle 18 verranno quindi spente le luci delle aule, così come la crisi sanitaria da Covid sta spegnendo la possibilità di imparare, di essere cittadini del mondo e di certificare la propria conoscenza linguistica». 

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Il Messaggero