Ponte Carrara, una favela alle porte del centro storico

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TERNI L'altra città è sorta sulla prua di ponte...

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TERNI L'altra città è sorta sulla prua di ponte Carrara. Non è neppure troppo invisibile visto che più di una volta, su richiesta dei cittadini, sono arrivate le forze dell'ordine. Nelle nicchie che da un anno sono state abbellite dal murale creato dall'artista francese Alex Pariss ci sono cinque o sei persone che hanno messo su casa. C'è chi dorme alle 11 di mattina sopra una coperta vecchia, chi prepara il pranzo, chi si è ingegnato per fare in modo che una tanica calata nel fiume Nera, possa far diventare fresca l'acqua che contiene. Ci sono materassi e giacigli di fortuna, un carrello della spesa portato via da un supermercato ma anche le canne da pesca per tentare di trovare nel fiume qualcosa da mangiare. Nei giorni di ferragosto sotto la prua di ponte Carrara arriva pure un giovane barbiere. Si offre di fare i capelli a tutti, ovviamente gratis, e loro accettano e ringraziano. Mentre lavora si fa raccontare le storie di chi, italiani e stranieri, stanno condividendo quell'alloggio all'aperto in attesa di sistemazioni dignitose. O di chi invece, abituato a una vita in mezzo alla strada, preferisce continuare così e la casa non ha neppure intenzione di chiederla. «Un giorno abbiamo deciso di fare il bagno nel fiume ed è scoppiato il finimondo - racconta un cinquantenne italiano che vive lì. Ci siamo trovati con le persone che riprendevano la scena da sopra il ponte col telefonino, sembrava di stare allo stadio. Sono arrivate pure le forze dell'ordine e le ambulanze». La vicenda di chi vive sotto al ponte è nota a chi si occupa di persone in difficoltà. «Ci hanno segnalato la presenza di alcune persone che vivono sotto ponte Carrara - conferma Antonella Catanzani, coordinatrice dell'emporio bimbi della San Vincenzo de' Paoli e coordinatrice Lazio e Umbria dell'organizzazione cattolica. Negli anni passati ogni sera facevamo il giro per portare qualcosa da mangiare e coperte a chi dormiva per strada ma da tempo gli "storici" non ci sono più. C'è chi ha trovato un alloggio e chi ha avuto il reddito di cittadinanza e ora sono hanno tutti una sistemazione. Continuiamo ad avere contatti con loro e a dare qualche piccolo aiuto. Alla luce di questa nuova segnalazione andremo a verificare le problematiche alla base di questa situazione e capire come aiutarli. Riteniamo che siano necessari piccoli alloggi dove queste persone possano gestirsi in autonomia - dice la Catanzani. Non parliamo di un dormitorio, che potrebbe creare altri problemi, ma di piccoli alloggi in vari punti della città». L'assessore al welfare del Comune, Viviana Altamura, è al lavoro per trovare soluzioni a persone italiane e straniere accomunate da un vissuto particolare. «Abbiamo avuto colloqui con quattro di loro - dice Altamura - e stiamo cercando di poterli inserire in un progetto mirato. Alcuni di loro vogliono cambiare lo stato in cui si trovano e sono disponibili ad essere aiutati. Stiamo lavorando a un progetto per poter reinserire queste persone nella società e visto che non sono tantissimi, la situazione ritengo sia risolvibile in tempi non troppo lunghi».

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Il Messaggero