Polizia, non pagano le indennità agli agenti e il comandante denuncia tutto a Cantone

Polizia, non pagano le indennità agli agenti e il comandante denuncia tutto a Cantone
PERUGIA La vicenda è spinosa. E non solo per il merito. Ma, soprattutto, per quello che nasconde: una guerra tra dirigenti alla Provincia di Perugia. La guerra è...

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PERUGIA La vicenda è spinosa. E non solo per il merito. Ma, soprattutto, per quello che nasconde: una guerra tra dirigenti alla Provincia di Perugia. La guerra è quella delle indennità per gli agenti della polizia provinciale chiamati, di volta in volta, in base alle esigenze di sicurezza, dalle ordinanze del questore, a scendere in strada in supporto alle forze dell’ordine. Dai controlli anti Covid, a quelli delle notti folle dell’acropoli perugina. Tanto per citare i casi più recenti. Guerra significa che i turni sono stati fatti, il comandante li ha certificati, ma gli uffici non hanno dato il via libera al pagamento.


La guerra la certifica con una lunghissima lettera-esposto (11 pagine e una ventina di allegati), il comandante della polizia provinciale Joselito Orlando (che è anche il titolare della Municipale di Città di Castello, il Comune dove è sindaco il presidente della Provincia, Luciano Bacchetta). Sono 14 gli indirizzi a cui la lettera esposto è stata inviata nei giorni scorsi. E in cima ci sono quelli più pesanti: la Procura della Repubblica e la Procura regionale della Corte dei Conti. Naturalmente c’è il presidente Bacchetta, ma anche la Rsu della Provincia e tutto il personale della Provinciale. Ecco perché quelle undici pagine piene di riferimenti tecnici e normativi, di date, atti e scambi epistolari con altri dirigenti, sta già creando non poca agitazione in piazza Italia.
In sostanza si tratta di una informativa di polizia giudiziaria con la segnalazione di atti che possono dare luogo a possibili responsabilità erariali. Ma è logico che toccherà alle magistrature investite del caso valutare se ci sono gli estremi per intervenire.
Il nodo è il riconoscimento dell’indennità di ordine pubblico agli agenti della Provinciale. La norma prevede che tocca alla prefettura rimborsare l’ente per l’utilizzo del personale in divisa in quel tipo di servizi. Questo perché la scelta di utilizzare il personale della polizia provinciale avviene sui tavoli tecnici coordinati dal prefetto e messi in atto dai piani stilati dal questore. Dovesse essere il sindaco il presidente della Provincia a scegliere l’utilizzo del personale in divisa, l’indennità di ordine pubblico non è dovuta.

Il comandante della Provinciale perugina ha chiesto la liquidazione dell’indennità del secondo semestre 2020 il 14 gennaio scorso. Una cifra di poco superiore ai 4.200 euro. Stesse richieste fatte poi per le indennità di gennaio e febbraio(il totale poco i di 2mila euro). E qui scatta il braccio di ferro tra diversi dirigenti dei servizi sulle procedure di come vanno indicate le voci di quelle indennità in attesa che la prefettura rimborsi alla Provincia i fondi previsti. Una questione di procedure che da una parte ha bloccato il pagamento delle indennità e dall’altra ha acceso la tensione tra Comando e della Provinciale e dirigenti che hanno dato la nuova interpretazione tanto da spingere il comandante, nei giorni scorsi, a far partire l’esposto. E di spiegare quello che è successo anche a Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero