Terni, dopo la polemica il dg Chiarelli chiarisce: «In ospedale donne tutelate nel rispetto della legge 194»

Terni, dopo la polemica il dg Chiarelli chiarisce: «In ospedale donne tutelate nel rispetto della legge 194»
In merito alle polemiche suscitate dalla proposta di installare una "culla della vita" e sull'applicazione della legge 194, sorte dopo l'audizione in seconda...

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In merito alle polemiche suscitate dalla proposta di installare una "culla della vita" e sull'applicazione della legge 194, sorte dopo l'audizione in seconda commissione del direttore generale dell'ospedale Pasquale Chiarelli, la direzione sanitaria dell'Azienda ospedaliera interviene  per chiarire quanto esposto «ma evidentemente male interpretetato».

Di seguito il testo integrale del chiarimento: «L'ospedale di Terni tutela la donna nel rispetto della legge 194/1978 ("Norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria di gravidanza). In particolare si sta lavorando con priorità alla ripresaper fine anno delle Interruzioni volontarie di gravidanza sia chirurgiche sia farmacologiche, attività che erano state sospese causa covid, come già spiegato. Nel garantire la libera scelta della donna è stato elaborato un percorso di tutela a supporto della maternità consapevole che, nel rispetto della 194, contempla un iter prettamente sanitario affiancato dal supporto psicologico e sociale. Inoltre, come previsto dalla legge italiana (Dpr 396/2000, art.30 comma 2) il parto in anonimatp è sempre garantito: la casistica delle donne che si avvalgono di questa possibilità nell'ospedale di Terni è in media di due ogni anno.

Pertanto la culla termica, detta "culla per la vita" (finanziata dall'associazione Movimento per la vita risalente a qualche anno fa e da noi accolta e sostenuta) non rappresenta un sostituto dei percorsi di Ivg, che ha il duplice compito di tutelare le donne in grave difficoltà e la vita dei neonati a rischio di abbandono e infanticidio. Un segnale quindi, di grande civiltà (aldilà del fatto che si ispiri alla ruota degli Esposti) che è accolto con serietà e entusiamo in tutta Italia e che dovrebbe essere motivo di orgoglio anche per la città di Terni, sebbene tutti non possano che augurarsi che non venga mai utilizzata»

Il direttore sanitario ha presentato anche la delibera che prevede la realizzazione della culla termica in una struttura che verrà fatta e attrezzata appositamente in via Malnati, vicino alla ex Milizia.

A difesa della scelta del direttore del Santa Maria è scesa la Lega. «Le polemiche della sinistra contro la direzione dell’azienda ospedaliera ternana sono ideologiche e strumentali. La prima parte della legge 194 prevede espressamente l’obbligo a carico delle strutture socio sanitarie ‘di esaminare con la donna le possibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza, di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre, di promuovere ogni opportuno intervento atto a sostenere la donna, offrendole tutti gli aiuti necessari sia durante la gravidanza sia dopo il parto. Il direttore dell’azienda ospedaliera di Terni si è limitato a fare laicamente il proprio dovere, applicando la legge in tutte le sue parti. Lo stesso dicasi per la culla per la vita, lodevole iniziativa assunta di concerto col Movimento per la Vita per salvare dall’abbandono e dal rischio di morte i neonati che diversamente rischierebbero di finire in un cassonetto. Ci auguriamo che le forze di sinistra cessino le loro spasmodiche strumentalizzazioni e lascino lavorare in pace i responsabili della sanità ternana che – nel rispetto della normativa vigente – stanno tutelando i diritti delle donne e quelli dei nascituri».

Sulla vicenda è intervenuto anche il Pd locale: «Riteniamo la delibera odierna del Direttore generale dell’Azienda Ospedaliera di Terni grottesca e inaccettabile, indegna dell’Azienda e del territorio su cui insiste.È in vigore una normativa che da decenni permette di partorire in totale anonimato, ricordiamo. Iniziative analoghe a questo progetto sviluppate in Italia sono sempre state espressione dell’associazionismo, mentre il ruolo della sanità pubblica è un altro, ad esempio garantire l’applicazione della legge 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza, che viene costantemente ostacolata e utilizzata come una clava per battaglie ideologiche e ruffiane, passando sopra ai diritti, al corpo e alla psiche delle donne».

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Il Messaggero