Piediluco, dopo i cigni mamma anatra incanta i turisti

Piediluco, dopo i cigni mamma anatra incanta i turisti
TERNI Per i turisti in giro per il lago di Piediluco una bella sorpresa: 6 anatroccoli e mamma anatra usciti allo scoperto dopo appena un giorno dalla schiusa delle uova, pronti...

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TERNI Per i turisti in giro per il lago di Piediluco una bella sorpresa: 6 anatroccoli e mamma anatra usciti allo scoperto dopo appena un giorno dalla schiusa delle uova, pronti ad esplorare il lago. Madre papera, orgogliosa e attenta non li lascia un attimo soli. Ha covato per diverse settimane tra i canneti sfidando i temporali di questi giorni, inzuppata d'acqua ha resistito, non poteva abbandonare le uova, sarebbero andate a male. Ed adesso l'attaccamento materno ha dato i suoi frutti: sei anatroccoli, gioiosi, curiosi pronti ad esplorare lo specchio d'acqua e a fare le prime confidenze con la vita e con il pericolo delle cornacchie che non mancano che gli fanno la caccia. La loro madre lo sa bene che sono uccelli pericolosi e fa buona guardia. Basterà appena poco più di un mese per vederli crescere e diventare indipendenti dalla madre, cercare cibo da soli, aiutati anche dalle molte persone che si fanno carico di nutrirli: qualche tozzo di pane, magari quel che resta di un cono di gelato o l'avanzo di un cornetto al bar. Già in autunno avranno cambiato piumaggio, i maschi saranno particolarmente belli con il loro ornamento colorato.


Le anatre, da qualche anno si trovano sullo specchio d'acqua soltanto in cattività. I maschi sono chiamati germani e si accoppiano anche con anatre domestiche (c'è ancora qualcuno che le alleva).
Un tempo questi palmipedi venivano ricercati dai cacciatori per la caccia alla fauna migratoria acquatica di cui il lago è un punto irrinunciabile per la migrazione anche degli uccelli. All'interno del canneto i cacciatori nella parte dei bracci di lago, realizzavano delle poste altro non erano che rifugi nascosti dalla vegetazione con delle fessure per osservare l'animale selvatico che arrivava e da lì spararli. Questi palmipedi, simili ai germani selvatici, venivano calati nell'acqua facendo da richiamo. Non appena a tiro di fucile si sparava, a volte colpendo anche le anatre portate lì a fare da richiamo. Una pratica che adesso non si fa più e non si spara più nemmeno alle folaghe o le gallinelle d'acqua che costruiscono il nodi nei punti più impensabili della riva del lago. E i cigni di qualche mese fa? Ebbene ci sono sempre. Adesso il loro posto preferito è il fiume Velino ma si spostano con una certa frequenza, per la gioia dei turisti che si portano appositamente sulle rive per fotografarli.

Umberto Giangiuli
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Il Messaggero