Hagen e Sex Mutants al Lidò diritto al rock and roll

Gli Hagen
PASSIGNANO - Rock molto british, un po' di pop che non guasta, il cantautorato italiano e i ritmi anni Settanta e Ottanta che stanno con tutto. ...

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PASSIGNANO - Rock molto british, un po' di pop che non guasta, il cantautorato italiano e i ritmi anni Settanta e Ottanta che stanno con tutto.


Così il Piper del Trasimeno, la Rotonda sul lago (musa di Franco Migliacci paroliere del successo di Fred Bongusto) ospita il primo grande evento di una stagione tutta da ascoltare.

Al Lidò di Passignano, infatti, sabato 12 (alle 22) saliranno sul palco gli Hagen per presentare il loro primo album e poi i Sex Mutants, irresistibile cover band con Michele Milletti (voce e chitarra), Paolo Menichetti (chitarra), Edoardo Antolini (basso) e Francesco Rondolini (batteria).



A spiegare cosa attendersi dalla serata sono proprio gli Hagen, in una chiacchierata rubata tra lavoro e prove: tre sono avvocati, Alessandro Ciglioni (voce e chitarra), Marco Brunelli (chitarra) e Giuliano Picchio (basso), mentre il quarto, Cristiano Zanetti (batteria) è un imprenditore.Partiamo dal nome del gruppo e dell'album.

A chi ama il cinema ricorda il Tom Hagen avvocato del Padrino, è così?

«Potremmo dire che è un personaggio cattivissimo legato alla mitologia e alla letteratura dei Nibelunghi, ma in effetti per gioco lo abbiamo scelto anche per il carisma del personaggio cinematografico. Elegante e ricercato nei contenuti. Perfetto anche per i nostri testi che sono impegnati più di quanto ci si aspetterebbe da una canzone rock. E perfetto soprattutto nella stilizzazione del nostro logo creato da quel genio di Leonardo Colapietro».

Tornando ai testi, presentate nove canzoni scritte da voi. Come sono nate?

«Ognuna ha un'ispirazione letteraria. C'è Fiore del mare che richiama Baudelaire, Trasparente che nasce da Oceano mare di Baricco, Lentamente muore ispirata da Neruda e pure Herman Hesse richiamato in Don John».

Chi ha sentito in anteprima l'album giura che è strepitoso. Avete un genere di riferimento? «Sicuramente strizziamo l'occhio al moderno, soprattutto negli arrangiamenti: pop italiano, ma anche dance rock. Senza dimenticare l'antico, quegli anni Sessanta e Settanta che sono le nostre basi».

Per questo avete scelto la Rotonda sul lago per presentare il cd?

«Anche. In realtà ci è piaciuto il progetto di Claudio Mencaroni e del suo Lidò. Lui è un giovane brillante che da tempo, con la sua programmazione, ha dato un connotato musicale alla zona. Siamo felici di suonare lì».

Ma la Rotonda è sempre stata un punto di riferimento...

«Il nonno di Marco racconta di averci suonato la batteria nell'inaugurazione del 1937. Suo padre, invece, ci ha suonato insieme a Massimo Ranieri...»

Programma dagli ottimi auspici, allora. La domanda è perché ci abbiate messo così tanto a proporre un primo disco, visto che suonate insieme dal 2008, anche se le cronache ricordano le prime strimpellate di Marco e Alessandro già nel '99 e c'è stato anche un duo acustico di Alessandro e Giuliano nato nel 2005...

«Possiamo dire che i due anni di preparazione dell'album sono lo stesso tempo impiegato dai Guns N' Roses per far uscire Chinese democracy... Ma è anche vero che è dura autoprodurre un disco in Italia. I Nirvana hanno speso 300 dollari per quel primo Bleach da milioni di copie... Noi lo abbiamo autoprodotto, abbiamo registrato strumenti e cori da soli e poi la voce (più editing e missaggio) grazie allo studio Bonsai recording di Orvieto: è grazie ad Andrea Mescolini e Luca Pellegrini se il nostro album suona come un disco vero».

Che prevede il programma di sabato?

«Dopo le nostre nove canzoni, faremo tre cover con un ospite d'onore: Pierangelo Mezzabarba della Masotti Guitar Devices, che serve i più grandi chitarristi italiani. E dopo il loro concerto, immancabile sarà un jam session con i Sex Mutants».

Cosa vi aspettate dal concerto?


«Che le nostre canzoni piacciano. E magari di non fare troppe stecche». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero