Caos tribunali: resuscita Orvieto a Todi lo smacco e Perugia paga

Caos tribunali: resuscita Orvieto a Todi lo smacco e Perugia paga
PERUGIA - Giustizia, si cambia. Ancora. A quasi tre mesi dall’entrata in vigore della riforma delle sedi giudiziarie, tutto potrebbe cambiare di nuovo. ...

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PERUGIA - Giustizia, si cambia. Ancora. A quasi tre mesi dall’entrata in vigore della riforma delle sedi giudiziarie, tutto potrebbe cambiare di nuovo.


Come? Graziando Orvieto, accontentando un po’ Spoleto e tenendo Todi sempre lontana da Perugia, nonostante le pressanti richieste degli avvocati. Anche se tutto potrebbe, ancora, cambiare. La Commissione giustizia al Senato ha infatti approvato un parere «che rappresenta - dice la senatrice Pd Nadia Ginetti - un primo passo in avanti verso un’ipotesi di correzione della geografia giudiziaria così come delineata dai Dlgs 155 e 156/2012 che ha creato problemi di efficienza nell’organizzazione dell’attività giudiziaria con difficoltà per cittadini, operatori e rischi di ulteriori accumuli di sopravvenienze e procedimenti arretrati». «Il soppresso tribunale di Orvieto - spiega Ginetti - dovrebbe essere trasformato in sezione distaccata per uffici e attività giudiziaria. Qualora questo non fosse assunto comunque Piegaro, Paciano e Città della Pieve dovrebbero essere accorpati al Tribunale di Perugia». Che potrebbe accorpare anche Marsciano e Deruta, ma non Todi, che resta fuori dal parare, nonostante le richieste. Uno smacco per i tuderti, che si battono contro questa decisione da mesi. Ma Ginetti auspica un ulteriore correttivo per non «smembrare» la rete di servizi in comune, come il giudice di pace, e rilancia la richiesta al governo.


Intanto, a Perugia prosegue la battaglia per la sede di Balanzano: oggi davanti al Tar l’udienza in cui il Comune spiegherà tempi e costi concreti per il trasferimento della giustizia in centro e la chiusura della sede in zona industriale. Dove intanto palazzo dei Priori ha previsto l’adeguamento della climatizzazione «per mitigare le temperature», vista l’impossibilità di usare i termosifoni, vietato per la destinazione di archivio. Con una determinazione dirigenziale (la 118 del 4 novembre), il Comune ha stanziato 28.397,94 euro per costruire «una parete in cartongesso per consentire di delimitare uno spazio da destinare ad aula di udienze» (mai più testimoni che ascoltano chi parla prima di loro) e per i lavori di «modifica e implementazione degli impianti di climatizzazione presso la sede degli archivi giudiziari di Ponte San Giovanni». Che nemmeno la burocrazia del Comune riesce a chiamare tribunale. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero