Perugia, non versa la tassa di soggiorno: condannato albergatore

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PERUGIA Settantamila euro. A tanto ammonta la condanna di un noto albergatore di Perugia, Roberto Laurenzi titolare del “Perusia e la Villa”, accusato di non aver...

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PERUGIA Settantamila euro. A tanto ammonta la condanna di un noto albergatore di Perugia, Roberto Laurenzi titolare del “Perusia e la Villa”, accusato di non aver versato per tre anni la tassa di soggiorno all’erario. Un buco, dal 2017 al 2019, scoperto dalla guardia di finanza e per cui la Corte dei conti lo ha bastonato. La sentenza, firmata dal presidente Emma Rosati, ricostruisce la vicenda, dalle indagini fino alla mancata costituzione in giudizio del convenuto e della sua società, che dal 2020 non hanno neanche risposto all’invito a dedurre. In base alle accuse della procura contabile, come riassume la Corte «effettuta verifica fiscale per gli anni 2017, 2018 e 2019, la guardia di finanza è stata in grado di ricostruire, tramite l’esame delle ricevute e delle fatture fiscali, le presenze effettivamente registrate e la tassa di soggiorno applicata ai clienti (espressamente indicata nella documentazione fiscale), ma poi non riversata all’erario». Un obbligo previsto dalla legge per l’albergatore (in qualità di «agente contabile in quanto soggetto maneggiante denaro pubblico») e il suo quattro stelle.


La sentenza spiega anche come la fattispecie rientri proprio nella giurisdizione della Corte dei conti «poiché il maneggio di pubblico danaro comporta l’instaurazione di fatto di un rapporto di servizio con l’ente locale, connotato da specifici adempimenti contabili (tra cui l’obbligo della resa del conto) e da una funzione strumentale ai fini dell’esazione dell’imposta, in quanto prevista dal regolamento comunale». Insomma, quei 69mila euro e spicci andavano versati. E ora l’abergatore li dovrà ripagare, aggiungendoci gli interessi maturati e pure quasi mille euro di spese. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero