«Perugia, sempre più anziani schiavi del gioco d'azzardo»

«Perugia, sempre più anziani schiavi del gioco d'azzardo»
PERUGIA - IAnziani schiavi del gioco d’azzardo. Schiavi di macchinette, videopoker e slot machine in bar e sale giochi. Una frequentazione che diventa dipendenza,...

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PERUGIA - IAnziani schiavi del gioco d’azzardo. Schiavi di macchinette, videopoker e slot machine in bar e sale giochi. Una frequentazione che diventa dipendenza, probabilmente anche per combattere la solitudine. 

«Il gioco d’azzardo è una piaga sociale che colpisce non solo i giovani ma sempre più anche gli anziani. Nella provincia di Perugia sono stati spesi in un anno oltre 500 milioni di euro».

Lo denuncia il segretario provinciale Spi Cgil, Mario Bravi, ricordando che «non a caso il fenomeno è stato denunciato recentemente in una iniziativa della Lega Spi Cgil di Todi Marsciano». «Si tratta - sottolinea Bravi - di una piaga che provoca sempre più emarginazione e impoverimento. Per questo il fenomeno va contrastato con forza e non sottovalutato. Tra l’altro si tratta di una situazione pericolosa che si espande parallelamente all’approfondirsi della crisi economica e sociale». 

Il sindacato ha poi elaborato i dati forniti dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli per tutti i comuni della provincia, ed ecco emergere un quadro definito «allarmante e al tempo stesso interessante»: il monte giocate più alto è chiaramente a Perugia (169,5 milioni in un anno sui 500 complessivi) ma il capoluogo, che ha il maggior numero di apparecchi presenti (1093), non detiene il primo posto per quanto riguarda la media di giocate pro capite. In questo caso, il primo posto spetta al comune di Bastia: 1646 euro pro capite in un anno, a seguire Città di Castello (1264) poi Gualdo Tadino (1108) poi San Giustino (1087 euro) e infine Perugia con 1017. «Bisogna incentivare e potenziare tutti quegli strumenti di prevenzione che sono necessari, per contrastare un fenomeno che concorre a indebolire la coesione sociale dei nostri territori».
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Il Messaggero