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PERUGIA - «Superare il voto e valutare le competenze, il cosa sa fare l’alunno». Parte anche da qui, dal modo di valutare la crescita e l’apprendimento degli studenti, la vera innovazione della scuola. Così la pensa Franca Burzigotti, dirigente del Campus Da Vinci di Umbertide che è Avanguardia Educativa e uno dei 26 Future Lab che forma (on line e/o in presenza) decine di migliaia di insegnanti di tutta Italia, e ovviamente dell’Umbria, che nel solo 2020 sono stati 3.000. Da un corso di formazione residenziale svoltosi a Umbertide all’inizio di settembre “La Valutazione formativa degli studenti al tempo del Digitale”, sono uscite idee, frutto di esperienze, decisamente rivoluzionarie. Spiega Franca Burzigotti, preside di lungo corso e anima del Campus: «E’ emersa la nuova idea di scuola basata su una visione a 360 gradi dell’alunno, una scuola che intende utilizzare le opportunità offerte dalle ICT (Tecnologie dell'informazione e della comunicazione) e dai linguaggi digitali per cambiare gli ambienti di apprendimento e offrire e alimentare una «Galleria delle Idee per l’innovazione» utile a rivoluzionare l’organizzazione della didattica, del tempo e dello spazio del “fare scuola”». Entriamo nel dettaglio: cosa e come deve cambiare? «La scuola deve superare il modello trasmissivo e adottare modelli aperti di didattica attiva che mettano lo studente in situazioni di apprendimento continuo e gli permettano di argomentare il proprio ragionamento, di correggerlo strada facendo e di presentarlo agli altri. Oggi - spiega la Burzigotti - esistono nuovi e più coinvolgenti modi di fare lezione. L’insegnante deve operare in una grande e continua attività laboratoriale, di cui è regista e facilitatore dei processi cognitivi, lasciando spazio alla didattica collaborativa e inclusiva, al brainstorming (tempesta di cervelli), alla ricerca, all’insegnamento tra pari con tempi e modi diversi di impostare il rapporto docente/studente». E come entra in campo il discorso sulla valutazione? «Questo è il momento giusto per cambiare tante cose in meglio nella scuola, una delle più importanti è proprio il modo di valutare gli studenti: il Covid molto ha insegnato, in Dad e in Ddi è emersa con in tutta la sua debolezza e inadeguatezza la pratica della valutazione sommativa dove voti, media dei voti, compiti in classe, interrogazioni, studiate da pag. tot a tot che poi vi interrogo lì, hai preso 3 quindi non hai studiato... stenta a tramontare per far posto a processi valutativi ben più complessi e di senso che implicano continue osservazioni, che abbandonano voti, verifiche canoniche, che operano un monitoraggio continuo del percorso di apprendimento, che motivano lo studente, costruiscono autostima e non al contrario la demoliscono».
Il Messaggero