PERUGIA - Sono 36 i reperti archeologici, per lo più vasi attici a figure rosse o con decorazioni a intarsio a foglia oro, propri della cultura greca...
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Denunciate, per impossessamento illecito di beni culturali appartenenti allo Stato in concorso, cinque persone, due uomini e tre donne (anche madre e figlia), tutti residenti in provincia di Perugia: non i classici tombaroli ma verosimilmente intermediari.
Tutte le opere rinvenute (in tre distinte abitazioni, due delle quali a Perugia e una in Cannara: in una di queste erano
nascoste all'interno di un pollaio) rivestono un eccezionale valore storico-artistico e archeologico, hanno detto stamani i militari in una conferenza stampa nella sede del comando perugino dell'Arma. Si tratta di crateri a campana, a volute e a calice: probabile la loro futura attribuzione anche a noti pittori dell'epoca. Il valore dei reperti è stato stimato in 15 milioni di euro.
Quello recuperato dall'Arma di Perugia è un complesso ceramico cospicuo, cui si aggiungono 'ex votò che riproducono teste o figure femminili, posti verosimilmente a corredo di luoghi di culto e/o tombe: tutto è ben conservato, anche se alcuni manufatti risultano danneggiati ma, a detta degli esperti, sono perfettamente ricostruibili. Vi sono impresse decorazioni, soggetti, miti dell'epoca, scene di caccia o di battaglia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero