Perugia, il primo weekend in zona bianca diventa nero: risse, droga e insulti a chi vuole dormire

Perugia, il primo weekend in zona bianca diventa nero: risse, droga e insulti a chi vuole dormire
PERUGIA - Il primo week end in zona bianca a Perugia è subito nero. Colpa di una movida sregolata, di centinaia di giovani e giovanissimi convinti che alcune vie e piazze...

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PERUGIA - Il primo week end in zona bianca a Perugia è subito nero. Colpa di una movida sregolata, di centinaia di giovani e giovanissimi convinti che alcune vie e piazze del centro storico siano, a vario titolo, un vespasiano a cielo aperto, un ring, una specie di zona franca in cui spaccare bottiglie, drogarsi, insultare un residente che alle tre di notte chiede si abbassi il volume. Una movida che non è quella di piazza IV Novembre, corso Vannucci, piazza Matteotti e piazza Danti.


No, è la movida delle aree più nascoste alla presenza delle forze dell’ordine e dei volontari della protezione civile. Quelle aree, o almeno una parte, in cui anche ai tempi del coprifuoco e delle restrizioni erano emerse problematiche con la presenza dei giovanissimi. E in cui nel fine settimana appena concluso sono subito riemerse grosse sofferenze.

I FATTI
Avvisaglie di movida sregolata in acropoli c’erano state già in settimana, con i residenti a domandarsi: «Cosa succederà sabato?». Ecco la risposta: «Piazza Alfani, via Baldeschi, via Ulisse Rocchi, via della Nespola, via Pozzo Campana, via Bartolo... una latrina a cielo aperto tra fetore di urina che toglie il respiro, escrementi umani, vomito, bottiglie e cocci di bottiglie, fili elettrici tirati giù in piazza Alfani, scooter spostati in mezzo alla strada. È stata una notte da incubo per i residenti. Una situazione allucinante». Dalle prime ore di domenica mattina i telefoni sono bollenti: i residenti di tutto questo pezzo di centro, molti dei quali riuniti in un Comitato nato da tempo proprio per tutelarsi contro degrado e violenze, fanno la conta di quanto accaduto nella notte. Non solo in questa zona ma anche in area Porta Sole, piazza Piccinino e via Appia: «Anche qui è stata una baraonda tutta la notte».
Il bollettino nel corso della giornata può essere così riassunto: centinaia di ragazzi fino alle prime ore del mattino, una rissa in piazza Ansidei e un’altra in via Mattioli, muri imbrattati, bisogni fatti in faccia a persone che si erano affacciate per chiedere di fare meno rumore, bottiglie e cartoni ovunque. Da notare anche come molte birre e superalcolici siano stati ritrovati all’interno di buste di carta e plastica, a sottolineare probabilmente come il divieto di vendere alcol in qualunque contenitore dopo le 23 espresso nell’ordinanza del Comune di qualche giorno fa possa essere stato aggirato salendo in centro con l’alcol già acquistato.

LA RISPOSTA


Detto come alcuni dei giovani partecipanti alla rissa di piazza Ansidei siano stati identificati dai poliziotti intervenuti, e come due ragazze siano state super multate dalla municipale (450 euro) proprio per essere state trovate a passare in piazza Danti alle due di notte una con la birra in bottiglia e l’altra in un bicchiere, il giorno dopo l’assessore Luca Merli sottolinea anche cose positive: «L’ordinanza non si tocca, dal momento che in questo fine settimana in molti casi abbiamo avuto testimonianza di come le persone abbiano capito e collaborato, rispettando il divieto delle 23 ma senza che la cosa abbia creato particolari problemi. Di certo sarà necessario - continua Merli, che ieri assieme a una delegazione della Lega composta da Simone Pillon, Lorenzo Mattioni e Marco Santantonio ha incontrato il comandante provinciale dei carabinieri Stefano Romano per esprimere soddisfazione per il recente maxi sequestro di 12 chili di eroina - probabilmente rimodulare l’azione dei controlli: sabato sera c’erano 50 unità tra carabinieri, poliziotti, finanzieri e agenti della polizia locale, dunque probabilmente è necessaria una presenza maggiore in zone meno “centrali” dell’acropoli. Che in questo momento storico, mancando sagre, discoteche e altri eventi in città e provincia, diventa inevitabile punto di approdo per tantissime persone». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero