Perugia, caos al terminal bus di piazza Partigiani. La protesta degli autisti: «Spazi di manovra ridotti, tanti rischi con gli studenti che salgono e scendono dai mezzi»

L'area interdetta ai bus al terminla di piazza Partigiani
È una delle porte della città, ma non ne è certo un fiore all’occhiello. Il terminal bus di piazza Partigiani sbuffa e soffre. E sì che lì...

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È una delle porte della città, ma non ne è certo un fiore all’occhiello. Il terminal bus di piazza Partigiani sbuffa e soffre. E sì che lì tutti i giorni, soprattutto i giorni di scuola, passano migliaia di persone. E centinaia di autobus. Il nodo è proprio quello. La promiscuità tra i giganti da 19 tonnellate (quando non ci sono i tre assi che arrivano a pesarne 23) e le migliaia di studenti che tutte le mattine attestano la loro corsa lì, arrivando da fuori città, per prendere poi le navette che li dislocano nelle varie scuole.


C’è da anni una fetta molto ampia di quel parcheggio che è chiusa, il solaio che fa da tetto al sottostante parcheggio gestito da Saba-Sipa non è sicuro, basta fare due passi di sotto in mezzo alle auto parcheggiare per verificare con mano le infiltrazioni sulle travi in acciaio. Ci sono anche un paio di puntelli che hanno tolto quattro o cinque posti auto. Così sopra a quel cemento non possono più passare i giganti del trasporto pubblico extraurbano. A cui si aggiungono anche le soste dei bus turistici che una volta dovevano andare tutti a Pian di Massino e ora non più, almeno fino all’ora di pranzo.
Gli autisti dei bus contano oltre trecento bus con i picchi massimi che si trovano al mattono alle 7,45 e poi all’uscita dei ragazzi e ragazze dalle scuole. Trecento significa che si sommano le partenze di un giorno medio dei bus extraurbani(più qualche corsa urbana che lì fa il capolinea, in particolare le linee K e L) e gli autobus gran turismo.
«La situazione- denuncia Cristian Di Girolamo segretario regionale della Faisa-Cisal spalleggiato da Marco Pasquoni che dello stesso sindacato è il segretario per la provincia di Perugia- è molto complicata. Ci sono situazioni di rischio a cui gli autisti di BusItalia vanno incontro ogni giorno. Tutti questi autobus in uno spazio limitato sono pericolosi. Con una consistente fetta di terminal interdetto al traffico e alle manovre, è stato tagliato un marciapiede dove gli utenti raggiungevano le zone di accesso al bus. E adesso lì in mezzo ci passano i pullman. C’è un verificatore che mette sull’avviso dei rischi, ma non basta. Soprattutto quando ci sono tanti studenti che sciamano da un marciapiede all’altro per cercare il bus giusto quando salgono, dopo le 13 per tonare a casa.
Ancora quelli della Faisa-Cisal: «Sono anni che la situazione è così. È stato tagliato un pezzo di marciapiede per consentire le manovre. Sono anni e non abbiamo avuto risposte. E guardando sotto al parcheggio non si vede la luce di una messa in sicurezza di quell’area del piazzale. Perché?».

Ogni giorno cento occhi per le manovre, ogni giorno i giganti che si muovono con il timore che possa succeder qualche cosa. Ogni giorno che i sevizi non ci sono: i tabelloni luminosi con gli orari dei bus in arrivo e in partenza sono spenti. In compenso nella sala biglietteria dove il personale è gentilissimo, c’è uno schermo grande come una tv da salotto che racconta gli orari dei treni in partenza e in arrivo alla stazione di Fontivegge. Ma degli orari dei bus extraurbani nessuna traccio. «Eppoi- dicono ancora alla Faisa Cisal- qui la sera dopo una certa ora ci sono problemi di sicurezza. Troppi balordi a spasso che si vanno a bucare al parco di Santa Giuliana». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero