Perugia, per una visita al Pronto Soccorso attese di settanta minuti

Un giornata al Santa Maria della Misericordia

Il Pronto Soccorso all'ospedale di Perugia
La giornata in sala d’attesa al prono soccorso di Perugia, il più grande ospedale dell’Umbria, inizia un lunedì di marzo al mattino presto. Sono le 8 di...

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La giornata in sala d’attesa al prono soccorso di Perugia, il più grande ospedale dell’Umbria, inizia un lunedì di marzo al mattino presto. Sono le 8 di mattina, ma l’orologio nella stanza segna le 7.45. Accanto, lo schermo che dovrebbe indicare ai pazienti e familiari in attesa l’andamento dei “codici”, è spento. 

L’ATTESA

Sono una decina le persone sedute sulle sedie di metallo. Una grande porta automatica di vetro separa tutte le persone presenti in sala dal personale sanitario. Qui, in un ordinato via vai, passano tutti coloro che arrivano per il “triage”. Ovvero quelle procedure che permettono al personale sanitario di valutare le priorità delle persone che si presentano al pronto soccorso, stabilendo un ordine, e soprattutto il colore di accesso alla visita medica. Il bianco e il verde indicano “urgenze minori“, il celeste le condizioni stabili con sofferenza e che richiedono prestazioni complesse, l’arancione per le “urgenze” (funzioni vitali a rischio) e, infine, il codice rosso per l’emergenza. Un’attesa ordinata dove, non sembrano esserci particolari criticità. Dal personale del triage arrivano i numeri della situazione, visto che lo schermo è spento: 2 pazienti in cura in codice bianco, 12 in “verde”, 5 in azzurro ma zero urgenze rosse o arancioni. Tempo di attesa? Una media di 44 minuti. 

I PAZIENTI

A dimostrarlo il fatto che alle 8.20 arriva una giovane mamma insieme al proprio figlio di 2 anni sul passeggino. Una febbriciattola insistente, qualche colpo di tosse di troppo e delle notti insonni. Una chiacchierata con i medici e subito, già alle 8.25, il piccolo entra nelle sale vere e proprie del pronto soccorso. Ovvero quelle dove i medici visitano e, in base alle diagnosi, spediscono poi i pazienti a fare ulteriori controlli. Francesco, 38 anni di Ponte San Giovanni, è venuto da solo per una escoriazione fastidiosa alla testa. A lui ci vorranno 45 minuti prima della presa in carico. Un’ora abbondante, invece per un’adolescente accompagnata dal papà al pronto soccorso per una caduta durante l’allentamento di pallavolo. Un’ora a cui se ne aggiungeranno altre, probabilmente, per fare lastre o risonanze magnetiche e vedere la gravità della situazione. 

TUTELA DEL PAZIENTE

Di «attese lunghe, ma non lunghissime» ha parlato anche l’avvocato Damiano Marinelli, responsabile del comitato dell’Umbria e di Perugia della rete degli sportelli dell’associazione Unione Nazionale Consumatori. «Statisticamente, su un centinaio di richieste d’aiuto alla nostra associazione, sul tema sanità sono rare quelle che toccano l’operato del pronto soccorso di Perugia o comunque in Umbria. Le attese per la visita generica hanno una media di 60 minuti. Diverso è il discorso di quanto avviene dopo la prima visita. E’ qui che si forma una seconda sala d’attesa interna dove, i pazienti che lo richiedono, rimangono in standby per ulteriori controllo. Ad esempio tac, elettrocardiogramma, lastre. Le attese qua possono arrivare alle tre ore e oltre». 

Di «attese normalmente non eccessive» parla il Tribunale dei diritti del Malato, il servizio di Cittadinanzattiva. All’ospedale di Perugia, ma non solo, hanno uno sportello gestito dai volontari dell’associazione (aperti dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e contattabile al 075 5783212). «Le attese non sono così eccessive – spiegano da Cittadinanzattiva- , al nostro sportello raramente vengono presentate lamentele o rimostranze per mancanze o ritardi al pronto soccorso».

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Il Messaggero