Perugia, mobilitazione per la pineta di Ponte Felcino: sit-in dei cittadini che chiedono chiarezza su tempi e mantenzione

L'incontro a Ponte Felcino
PERUGIA - Una raccolta firme che cresce giorno dopo giorno e un nuovo...

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PERUGIA - Una raccolta firme che cresce giorno dopo giorno e un nuovo sit-in per spingere forte sul tema della chiarezza e della partecipazione. Ieri cittadini e associazioni del verde ancora una volta in campo per il futuro della pineta di Ponte Felcino, chiusa da oltre un anno per ragioni di sicurezza. Il Comune, in questi giorni, ha annunciato lo stanziamento di 26mila euro per eseguire indagini e studi approfonditi sullo stato delle alberature. Ma anche a causa del passare dei mesi, le associazioni del verde hanno deciso di alzare nuovamente la voce e richiamare l’attenzione sul tema. «Perché un nuovo sit-in? Il motivo è molto semplice: a distanza di più di un anno non si è presa nessuna misura idonea per rendere fruibile la pineta ai cittadini. Perché prima si sono coinvolte le associazioni dei cittadini su come intervenire e dopo i primi due incontri con clima collaborativo, queste non hanno più ricevuto notizie, anche se più volte sollecitate». Queste alcune delle motivazioni che hanno spinto Ginkgo Biloba a promuovere il sit in cui hanno aderito Coscienza Verde, Comitato Salviamo Collestrada e Noi Cittadini. «Lo stato attuale della pineta è di abbandono e degrado», evidenzia Alvaro Lanfloni. «Dopo la chiusura del 22 ottobre 2022 non si sono eseguite neanche piccole cure ma abbattuti 5 alberi che per i nostri tecnici erano solo sciabolati. Temiamo che l’abbandono porti ad infezioni che prima non c’erano. Quindi che fare?». Alle associazioni preoccupa un progetto di sistemazione dell’area sul tavolo da tempo, ma preoccupa anche la mancanza di informazioni certe su quello che sarà effettivamente il futuro della pineta che conta una ottantina di anni di età «e non per questo va sostituita». «Vogliamo capire anche che succederà dopo le analisi da poco disposte: se tutti i pini risultano di classe D, si abbattono e si rimettono altri pini? E se non è D, li curano? O si cambia tutto? Ecco, con il sit-in vogliamo dare un messaggio e chiedere chiarezza e partecipazione». Un tema, quest’ultimo, che apre al delicato confronto in atto sul regolamento della nuova consulta del verde, altro tasto dolente sul quale sono pronte a dar bataglia le associazioni.

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Il Messaggero