Perugia, rogo al Lido: una pista porta alla sfida per le ricche serate delle comunità straniere

Gli effetti del rogo al Lido Village
Una pista per il rogo. A un settimana dal terribile incendio che,...

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Una pista per il rogo. A un settimana dal terribile incendio che, all’alba dello scorso 23 dicembre, ha distrutto le due piste, gli arredi e il tetto della discoteca Lido Village di Ponte San Giovanni, dallo strettissimo riserbo con cui vengono condotte le indagini da procura e squadra mobile emerge come qualche elemento stia in questa fase indirizzando l’inchiesta alla ricerca del responsabile o i responsabili del rogo. Perché un fatto appare sempre più assodato. E cioè che l’incendio appiccato intorno alle sei del mattino avrebbe un’origine dolosa. Nella giornata di mercoledì i gestori del locale sono stati sentiti proprio in procura come persone informate sui fatti. Assieme agli inquirenti, partendo dalla ricostruzione di quanto accaduto hanno tentato di circoscrivere il cerchio dei possibili responsabili di un atto dalle conseguenze gravissime anzitutto nell’immediato ma anche nel futuro. Nell’immediato perché erano due le serate (il Natale targato BeQueer e il San Silvestro latino americano) già sold out: centinaia di persone complessivamente, con cene e tavoli prenotati. E nel futuro, dal momento che il Lido Village non riaprirà probabilmente prima della prossima stagione invernale. Secondo quanto si apprende, come detto, gli accertamenti e le testimonianze potrebbero aver fatto emergere una pista. Quale? Starebbe perdendo consistenza quella emersa nelle primissime ore, cioè di un possibile evento doloso legato a minacce e danneggiamenti nei confronti della comunità gay, lesbo e trans che ha riferimento nell’associazione Omphalos di Perugia e che anima proprio la serata BeQueer. Al momento le investigazioni andrebbero lungo la strada emersa un paio di giorni fa e cioè relativa a una possibile origine “commerciale” del rogo. Ovvero, la possibilità di un rogo doloso dovuta al business delle serate a tema, in particolar modo quelle “etniche” con musica e prodotti di un certo tipo. Il furto subito nel locale qualche settimana prima dell’incendio verrebbe inquadrato proprio in questa ottica e, dunque, collegato all’incendio: vennero infatti portate via non solo casse e luci, ma anche molti alcolici dalla cambusa del Lido seguendo un apparente criterio: bottiglie e prodotti acquistati soltanto per determinati party. Insomma, il sospetto è che con il locale chiuso in questi giorni di festa, altri (magari più piccoli e che organizzano certi tipi di serate) possano averne tratto un importante giovamento economico. Tutte ipotesi, ovviamente, mentre il dolo sembrerebbe già accertato. Man mano che spegnevano le fiamme, infatti, i vigili del fuoco hanno trovato tracce decisive: oltre a una boccetta di alcol semivuota, infatti, sono emersi anche i resti di un pacco di tovaglioli usati nei bagni del locale e trovati invece all’altezza di uno dei due inneschi che hanno distrutto il locale.
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Il Messaggero