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Un inferno quotidiano. Prima deriso, poi demansionato, poi ancora trasferito e infine licenziato. Tutto questo per i suoi gusti sessuali. Preso di mira dai capi e dai colleghi perché gay. Gli stessi che ora andranno a processo. Un contratto a tempo indeterminato e valutazioni che non riguardano ciò che uno riesce a fare o non fare sul posto di lavoro, ma soltanto quali siano le sue inclinazioni sessuali.
Insulti omofobi e botte in classe: professore condannato
La barbarie denunciata dall’uomo, assistito dall’associazione Omphalos Perugia e dall’avvocato Saschia Soli, avviene ai giorni nostri in un’attività perugina. Ma intanto chi si sarebbe reso colpevole di questo tipo di discriminazioni dovrà essere a sua volta valutato: in sei tra capi e colleghi del dipendente sono stati rinviati a giudizio e ora dovranno provare nel dibattimento a dimostrare che quanto è stato loro contestato dalla procura non corrisponde al vero.
I sei sono difesi dagli avvocati Aldo Poggioni, Gennaro Esibizione, Masismo Lipparini e Marco Gentili e secondo quanto viene loro contestato avrebbero messo in campo nei confronti del dipendente e collega dei comportamenti persecutori fatti di offese e demansionamenti, oltre a un trasferimento per farlo lavorare, secondo l’accusa, in condizioni di totale isolamento evidentemente a causa del suo essere gay. Tra le persone rinviate a giudizio anche donne.
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Il Messaggero