Perugia, legato e rapinato nel parcheggio del cinema: tre arresti

Perugia, legato e rapinato nel parcheggio del cinema: tre arresti
Un 22enne albanese è stato legato nel parcheggio del cinema...

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Un 22enne albanese è stato legato nel parcheggio del cinema Borgonovo e rapinato dei soldi, dell’iPhone e di cinque grammi di cocaina. Il fatto è avvenuto venerdì pomeriggio nella periferia di Perugia: stando alla ricostruzione è stato afferrato per il collo e bloccato ai polsi con alcune fascette da elettricista. Tre persone sono state arrestate dagli agenti della squadra mobile di Perugia, tutte accusate di rapina e lesioni. Lo straniero, infatti, è finito in ospedale per le medicazioni al polso con una prognosi di 5 giorni. Gli arrestati sono un 32enne di Todi residente a Marsciano, un 51enne di Roma che abita a Piegaro e un ecuadoriano di 44 anni che vive a Umbertide (difesi dagli avvocati Daniela Paccoi e Maurizio Barbagianni). La squadra mobile ha seguito le varie fasi della vicenda fin da Porta Eburnea dove in mattinata era stata segnalata la presenza di uno spacciatore albanese. I tre arrestati, a bordo di una Volkswagen Golf, hanno raggiunto Ripa di Meana e poi piazza Partigiani prima di trasferirsi fino a Centova, nel parcheggio dell’area commerciale, dove è arrivata poco più tardi la Citroen C3 guidata dall’albanese. «Ho parcheggiato e mentre mi trovavo ancora all'interno dell'auto, da solo, con il finestrino aperto, ho sentito qualcuno che mi stringeva il braccio al collo, immobilizzandomi e tirandomi verso l'esterno ma sempre con lo sportello chiuso - sono le sue parole -. Contemporaneamente un'altra persona ha aperto lo sportello lato passeggero e ha iniziato a frugare all'interno delle mie tasche asportando il mio portafoglio. La persona che mi ha preso per il collo mi ha subito urlato ‘Polizia, dammi i documenti’. Inizialmente ho creduto che fossero davvero poliziotti e gli ho detto che avrei dato i documenti ma questo e anche l'altro erano molto agitati e mi hanno detto di dare anche i soldi». Non è finita: «Mi sono sentito legare le mani dietro la schiena la mia macchina ha quattro porte eì quindi non escludo che abbia partecipato all'aggressione qualcuno entrato dalle porte posteriori. Ho sentito che le mani mi venivano legate non con manette che so essere in uso alle forze di polizia ma con una fascetta da elettricista e allora ho capito che ero vittima di una rapina e che quelli non erano poliziotti ma dei malviventi». A proposito della «condotta tenuta dagli indagati» che hanno una «spiccata pericolosità sociale» la Procura scrive: «Facilità con cui si è ricorso alle vie di fatto, assenza di alcun tipo di freno inibitorio porta ad escludere in questa fase che gli stessi siano in grado di contenere i propri impulsi aggressivi anche in relazione a stimoli di modesta portata».  
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Il Messaggero