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PERUGIA Prima sussurri e grida passate per un’interpellanza. Adesso le carte bollate. Il concorso per comandante della polizia provinciale di Perugia non ha avuto vita facile. E alla fine l’ente guidato da Stefania Proietti ha dovuto bloccare tutto. Attenzione, il concorso è stato fatto, hanno corso in 66, ha vinto con merito Stefano Tofoni, alla guida della polizia locale di Sant’Elpidio a Mare e designato a prendere il comando in via Palermo, sede della polizia provinciale perugina. Ma l’Ente di piazza Italia con la determinazione numero 169 del Servizio gestione e personale e funzioni generali, ha bloccato tutto. Due giorni prima (il 30 gennaio) che Tofoni prendesse servizio. Rinviando l’ingresso nel comando al 2 aprile. Due mesi di congelamento dell’assunzione perché, nel frattempo, uno dei concorrenti battuti ha notificato alla Provincia, il 26 gennaio, il ricorso al Tar. C’è una richiesta di sospensiva che se, accolta potrebbe, bloccare tutto. Così la Provincia ha deciso di rinviare di due mesi l’entrata in servizio del nuovo comandante. Un comandante vero visto che da anni in via Palermo, sulla tolda di comando, si rincorrono comandanti facenti funzioni. Addirittura la presidente Proietti aveva portato il Provincia quello della polizia locale di Assisi che ha gestito i due incarichi per diverso tempo.
Radio palazzo racconta che il ricorso al Tar si stato notificato da uno dei candidati interni battuto durante le prove del concorso. E ci sarebbero alcuni passaggi chiave nel ricorso che hanno già fatto discutere. Per esempio il fatto che le due prove scritte siano state prettamente amministrative (rapporti tra organi della Provincia una e schema di convenzione tra Provincia e un Comune l’altra) e non prove tecniche su materie per un concorso di polizia locale. In più sarebbero contestate alcune caratteristiche della commissione d’esame come la mancanza il membro esperto per valutare le competenze trasversali.
Sulla delicata vicenda, nelle scorse settimane il consigliere di opposizione Giovanni Dominici ha presentato un’interrogazione con dieci quesiti cui ha riposto la presidente Proietti con una nota del 26 gennaio.
Il Messaggero