PERUGIA - «Il bullismo? È presente anche nello sport, non ne siamo immuni. I casi sono rarissimi, ma ci sono. Questi fatti possono succedere anche nei nostri...
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Con lo sport che può aiutare e insegnare a rispettare le regole e gli altri. «Chi è nel mondo dello sport ha una responsabilità maggiore nell’educare, con la famiglia che molte volte demanda questo ruolo alla scuola e allo sport stesso: ed ecco la sfida del presente: gli allenatori e i tecnici hanno un ruolo importante e devono essere prima educatori e poi allenatori». Ancora Ignozza: «Siamo i primi formatori dove la famiglia c’è o manca del tutto, e per la lotta al bullismo il Coni è sempre in prima linea: il Comitato regionale è presente nelle scuole con iniziative che promuovono il rispetto dell’altro e l’attività sportiva quale fonte di disciplina e regole. Un dato per tutti: la nostra regione è tra le prime dieci in Italia per sport praticato a tutti i livelli: le nostre attività sportive sono in salute, anche in tempo di crisi non abbiamo perso una società sportiva e non abbiamo registrato un calo degli iscritti». Per il presidente umbro del Coni c’è anche l’aspetto del ruolo sociale svolto dallo sport: infatti, «ci sono alcune società sportive che accolgono a titolo gratuito i ragazzi che si avvicinano alle attività e che non se lo possono permettere. Questo a riprova che il mondo sportivo abbraccia tutti e abbatte ogni barriera, mettendo di fronte a chi pratica sport i valori che esso porta».
Il tema del bullismo tiene banco, insomma. L’occasione per far emergere con tutta la sua forza il problema a tutti i livelli è arrivata in occasione dell’iniziativa «Un pugno al bullismo», un progetto messo in piedi dalla Global Gym, dall’Umbria boxing team di Magione con il direttore sportivo Simone Duchi e l’associazione di prossimità alle istituzioni che promuove attività sociali per combattere il disagio giovanile guidato da Domenico Trozzi: partner anche il comune di Magione. «Lo sport può essere anche un momento di inclusione e coinvolgimento – dice Simone Duchi – Fattori che diventano validi strumenti pedagogici e utili per combattere i disagi giovanili. E questo progetto si propone come percorso di crescita individuale del giovane che fa sport, in un rapporto positivo con i suoi coetanei». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero