Concorsopoli, dopo quasi tre anni il processo ancora non decolla: sostituiti i giudici

Concorsopoli, dopo quasi tre anni il processo ancora non decolla: sostituiti i giudici
PERUGIA - Concorsopoli, si riparte. Letteralmente. A quasi due anni e mezzo dagli arresti che hanno terremotato sanità e politica in Umbria e dopo ben oltre un anno...

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PERUGIA - Concorsopoli, si riparte. Letteralmente. A quasi due anni e mezzo dagli arresti che hanno terremotato sanità e politica in Umbria e dopo ben oltre un anno dalla chiusura delle indagini, il processo a 33 persone, tra manager e politici per tutti quei concorsi in sanità considerati con l’aiutino, è ancora ben lontano dall’entrare nel vivo.

Si riparte infatti il prossimo 26 ottobre, ma davanti a una nuova terna di giudici, dopo che ieri il presidente del tribunale Mariella Roberti ha accolto la questione di incompatibilità relativa alla presidente del collegio Carla Maria Giangamboni. A sollevarla, nell'ultima udienza prima dell'estate, era stato l'avvocato Francesco Crisi (legale dell’ex direttore amministrativo del Santa Maria della misericordia Maurizio Valorosi) sottolineando come il giudice avesse fatto parte del tribunale del riesame quando si trattò di decidere di alcune intercettazioni nelle prime fasi dell'inchiesta. A portare a sentenza quella «rete di sistema» per cui i pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano sostengono, per alcuni, l’accusa di associazione per delinquere, saranno quindi il presidente Marco Verola, con a latere Francesco Loschi e Sonia Grassi.


Nel dispositivo letto nell'aula degli Affreschi ieri mattina è stato specificato come il processo ripartirà da quanto acquisito fino a giugno, praticamente dalle sole costituzioni di parte civile: Regione Umbria, Azienda ospedaliera di Perugia, Usl Umbria 1 e Cittadinanzattiva, mentre era stata esclusa l'Unione dei consumatori, con la revoca dell’ammissibilità stabilita dallo stesso collegio che l’aveva accolta prima della riunificazione dei procedimenti tra il filone principale e il giudizio che vedeva imputato l’ex sottosegretario agli Interni Gianpiero Bocci. Un punto di ri-partenza in teoria congelato, ma che potrebbe subire nuovi scossoni. Stiracchiando ancora di più i tempi – come paventato già prima della riunificazione proprio dal legale di Bocci, David Brunelli – di una durata ragionevole del processo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero