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L’anticipazione di ieri è confermata, Sarah Bistocchi è il commissario del Pd perugino dopo le dimissioni di sabato del segretario Sauro Cristofani. Decisione del segretario regionale Tommaso Bori che ha innescato la polveriera dem. C’è chi domenica sera, nella sede del partito, a Madonna Alta dove c’erano, tra gli altri, i segretari dei circoli, ha alzato i tacchi alla comunicazione, c’è chi ha alzato li livello della tensione. E quelle parole, ieri pomeriggio, sono diventate documento contro la scelta di Bori. Un niet firmato, tra gli altri, dai segretari di sette circoli, e da quattro consiglieri comunali (la quinta è la capogruppo-commissaria Bistocchi): Marko Hromis, Erika Borghesi, Elena Ranfa e Nicola Paciotti.
Bori spiega la mossa a 90 giorni dalla presentazione delle candidature: «L’attività politica del nostro partito e della coalizione che stiamo costruendo, non può permettersi di subire battute d’arresto. In questo delicato, quanto cruciale momento, quindi, è necessario rendere operativo, fin da subito, il livello comunale di Perugia e dotarlo di una struttura organizzata. Certo che di poter agevolare anche un clima di condivisione e collaborazione tra tutto il gruppo dirigente del partito cittadino». Bori sceglie Bistocchi, la commissaria ringrazia il dimissionario Cristofani e annuncia una gestione collegiale «insieme al presidente dell’assemblea comunale e il tesoriere, insieme ai quali condurrò una gestione collegiale, a cominciare dalla segreteria uscente, perché tutti dobbiamo continuare ad avere cittadinanza e a dare il proprio contributo». L’obiettivo riconquistare il Comune con la candidatura (oggi l’incontro decisivo) di Vittoria Ferdinandi.
Il no alla scelta di Bori arriva con un documento firmato da 33 iscritti tra cui quattro consiglieri comunali, sette segretari di circolo (Ponte San Giovanni, Ponte Valleceppi, Settevalli, San Sisto, Area Nord, Colle Umberto e V° Circoscrizione). Federico Balducci firma anche come responsabile dell’organizzazione della segreteria. Tra le firme quelle di Mauro Agostini, ex tesoriere nazionale, Paolo Polinori e Nicola Mariuccini, ex segretari comunali, gli ex assessori Andrea Cernicchi e Antonello Chianella.
Il no arriva perché «la decisione del segretario regionale di commissariare l’unione comunale di Perugia e di esautorare l’assemblea cittadina democraticamente eletta, tutt’ora in carica e nel pieno dei suoi poteri, è gravemente contraria alle regole e allo Statuto e rappresenta un serio errore politico e in quanto tale deve essere respinta».
Il Messaggero