Perugia base dello spaccio tra Spagna e Inghilterra: 150 chili di droga sottratti dalla Finanza alla banda cinese

Perugia base dello spaccio tra Spagna e Inghilterra: 150 chili di droga sottratti dalla Finanza alla banda cinese
PERUGIA - Cina, Spagna, Inghilterra. Lungo questo strano percorso, tra Spagna e Londra, se si devia passando anche per Perugia si ottiene una nuova rotta della droga. Roba di...

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PERUGIA - Cina, Spagna, Inghilterra. Lungo questo strano percorso, tra Spagna e Londra, se si devia passando anche per Perugia si ottiene una nuova rotta della droga. Roba di almeno 150 chili di marijuana partita dall’estremo oriente e che sarebbe dovuta arrivare oltre le bianche scogliere di Dover, bloccata dai finanzieri del Gruppo operativo antidroga di Perugia (diretti dal colonnello Danilo Massimo Cardone e coordinati dal maggiore Michelangelo Tolino) nel corso di una ventina di sequestri di altrettanti pacchi tutti partiti dalla Cina, passati per la Spagna e indirizzati a una ditta di trasporti con sede in via Pinturicchio.


Proprio questo l’elemento che ha fatto drizzare le antenne degli investigatori delle fiamme gialle: destinatari diversi allo stesso indirizzo in centro, che come detto corrispondeva a quello di una ditta di trasporti. Tutto troppo strano, e il sospetto che si trattasse di una schermatura per coprire traffici poco leciti si è subito fatto strada tra gli esperti in antidroga della finanza perugina. Così partono le indagini, le intercettazioni telefoniche, ambientali, le riprese audiovisive e persino l’uso del captatore informatico (l’ormai famosissimo trojan), in grado di far diventare i telefoni degli indagati una specie di microfono.
Mesi di accertamenti e sequestri “mascherati” (dal momento che per non insospettire nessuno e portare così a termine l’operazione i finanzieri sostituiscono erba innocua alla marijuana o fingono problemi di spedizione da parte del corriere) per tracciare il percorso della droga, movimentata tramite “deep web” (cioè l’internet sconosciuto alla gran parte degli utenti mondiali) e che necessita di prestanome per arrivare a destinazione. E se 150 sono i chili sequestrati, significa che almeno il doppio nel tempo invece in Inghilterra c’è arrivato.

I mesi di indagine hanno la svolta nelle ultime ore, quando a Milano viene arrestato il cinese referente perugino dell’organizzazione (stava scappando) e altri sei vengono denunciati con l’accusa di associazione finalizzata allo spaccio internazionale di droga aggravata. Gli esami sulla “purezza” della droga hanno permesso di stimare un valore di mercato di 2 milioni di euro. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero