Perugia, l'Avis: donazioni di sangue in crescita, ma c'è il nodo dei giovani e della denatalità

Un momento dell'assemblea Avis di Perugia
  PERUGIA - Il 2023 in fatto di donazioni di sangue ha fatto...

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PERUGIA - Il 2023 in fatto di donazioni di sangue ha fatto registrare un più 5,10 per cento rispetto al 2022, quando si era registrata una flessione. Le donazioni complessive sono state 6158. I numeri sono emersi in occasione della 58esima assemblea annuale di Avis Comunale Perugia, che si è svolta nei giorni scorsi alla Cassa Edile della Provincia di Perugia. Un’occasione per incontrarsi e tirare le somme dell’anno appena trascorso, ma anche un momento di confronto sui progetti futuri di Avis Perugia. Ad aprire l’incontro, con oltre 150 donatori intervenuti, è stato il presidente di Avis Comunale Perugia Stefano Migliorati. Ha illustrato ai presenti i dati relativi alle donazioni del 2023, sottolineando che i nuovi donatori alla prima donazione sono stati 687, che sommati ai 393 soci riattivati dopo 2 anni, raggiungono quota 1080 soci, pari al 20,2% del totale. «Segno di un notevole ricambio a parità del numero complessivo di donatori, rimasto sostanzialmente immutato rispetto all’anno precedente (1082)». Questo dato «ci rende felici – ha sottolineato Migliorati - ci dice che abbiamo lavorato bene, ma non ci fa stare tranquilli perché la carenza di sangue è ancora un problema. È importante continuare a motivare i donatori, avvicinare nuovi donatori in modo che scelgano di entrare a far parte della nostra associazione, consapevoli che poter donare è un privilegio, poiché significa in primis, essere in buona salute». Analizzando i numeri, l’Avis si è concentrata su quelli relativi all’età dei donatori. Guardando la composizione anagrafica emerge come la contrazione demografica delle nascite stia iniziando ad incidere sul ricambio e sostenibilità della raccolta. Solo il 19% dei donatori infatti ha meno di 25 anni. Tra i nuovi donatori, il 54% sono giovani al di sotto dei 26 anni, con una netta prevalenza di donne rispetto agli uomini. «In generale, purtroppo l’indice donazionale rimane molto basso, perché solo una piccola parte dei potenziali donatori decide di farlo - ha sottolineato Migliorati -. È per questo che dobbiamo comunicare maggiormente il nostro gesto, perché solo coinvolgendo direttamente un familiare, un figlio, un amico, un collega di lavoro, riusciremo a fargli capire la bellezza e l’importanza di questo gesto salvavita, donandogli anche uno screening medico gratuito e incrementando quel senso di appartenenza e di cittadinanza attiva che vince l’egoismo e genera azioni concrete di pace». All’assemblea si è poi discusso dell’importanza di fare rete e di attivare dei progetti di cittadinanza attiva sul territorio. Assegnati i riconoscimenti ai donatori più attivi, tra cui anche tre premiati con il riconoscimento Oro-Rubino destinato ai donatori con più di 100 donazioni.

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Il Messaggero