«Perché proprio a noi?» Storie di autismo e di vaccini

«Perché proprio a noi?» Storie di autismo e di vaccini
PERUGIA - Michele, Emanuele, Mattia e moltissimi altri bambini. Le statistiche parlano di una incidenza di uno, prevalentemente di sesso maschile, su 100 nati. ...

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PERUGIA - Michele, Emanuele, Mattia e moltissimi altri bambini. Le statistiche parlano di una incidenza di uno, prevalentemente di sesso maschile, su 100 nati.


Improvvisamente non parlano più, non guardano più mamma e papà, si disinteressano del mondo che li circonda. Inizialmente la cosa è inspiegabile per i genitori che con amore li accudiscono. Uno stupore quindi per loro, che ricorrono alla scienza medica che classifica quei bambini come soggetti autistici.



Ma quella scienza è pure divisa sia sulle cause dell'insorgenza del male, da taluni ritenute genetiche, e da altri organiche, ma soprattutto sui metodi di cura.



Ed è partendo da questi presupposti che ieri mattina l'associazione di volontariato Comitato Montinari Umbria Onlus, per dibattere in argomento, ha organizzato un convegno che si è tenuto a Prepo nella sede della Lega Nazionale Dilettanti della Federazione Italiana Gioco Calcio, per discutere di autismo, malattia che, ormai, nel mondo occidentale sta diventando la patologia pediatrica più rilevante.



Il convegno ha discusso di eziologia, di problematiche connesse e di cure, e il titolo dell'appuntamento non è stato casuale: “Perché proprio a noi?”, intendendo porre a nome dei bambini colpiti una domanda che non può e non deve divenire retorica.



Hanno portato il loro contributo Francesco Galli e Claudio Santi due docenti dell'Università di Perugia, gli avvocati Roberto Mastalia e Giuseppe Romeo, il dottor Massimo Montinari, autore di un protocollo di cura, la dottoressa Gabriella Lesmo, il pediatra Maurizio Conte. Diversi gli approcci al problema dai fenomeni gastrointestinali, al comportamento, al socio-legale.



Ha introdotto i lavori Marco Vinicio Guasticchi, presidente della Provincia di Perugia, ente che ha sempre cercato di essere punto di riferimento per quelle famiglie che, colpite dal problema, risultano spesso vivere nell'isolamento: «Famiglie - ha detto Guasticchi - che soffrono di abbandono sociale ed economico, visto che, la nostra società, sembra non volere affrontare gli aspetti più problematici della nostra quotidianità». Nella civiltà attuale, considerata la civiltà della comunicazione, lo stato patologico dell'autismo è in forte crescita e colpisce sempre più soggetti, sempre più famiglie che devono sostenere questi bambini che mostrano un'apparente carenza di interesse e di reciprocità relazionale con gli altri, una tendenza all'isolamento e alla chiusura sociale, una apparente indifferenza emotiva agli stimoli o, al contrario, ipereccitabilità agli stessi, difficoltà a instaurare un contatto visivo diretto.



«Mio figlio Michele, 9 anni e mezzo - dichiara Michela Pascolini - nato sanissimo purtroppo dopo la vaccinazione trivalente, che ha pure scatenato il morbillo, ha avuto una regressione che si è manifestata con una perdita del linguaggio. Da cinque anni seguo il protocollo Montinari con grande soddisfazione in quanto già dalle prime cure mio figlio si sta riprendendo dalla intossicazione da mercurio procurata dal vaccino, cure integrate da una logopedista e con attività sportive».



Cambia mamma, ma non cambiano i concetti: «Il mio Emanuele, dieci anni - afferma Sabrina Ciaberna - ha sviluppato una reazione post vaccinale del trivalente che gli è stato somministrato ad un anno di vita, quindi in anticipo. Da allora regressione sulla parola sullo sguardo fino ad ora che, grazie alle cure di Montinari, si sta riaprendo al mondo».



Stesso atteggiamento anche con Fabiola Baldoni, madre di Mattia 14 anni che sostiene: «Sviluppo normale fino a 2 anni e mezzo poi l'ultimo richiamo dell'antipolio gli ha procurato un virus intestinale e ha iniziato a regredire tanto che in un anno ha perso il linguaggio che sta recuperando grazie alle cure del protocollo e con una logopedista».



«Ho impostato una cura Low dose un trattamento fatto attraverso la medicina fisiologica di regolazione - afferma il dottor Massimo Montinari, autore del citato protocollo e del libro “La sindrome autistica” uscito recentemente per i tipi di Levante Editore - associata ad una terapia alimentare senza glutine e senza latticini». «Tale terapia, modificata nel tempo - precisa - è stata somministrata in questi ultimi venti anni a migliaia di bambini e adulti anche stranieri che hanno palesato, se non guarigioni, ampi recuperi». E annuncia: «Lunedì sarà firmato un protocollo di intesa con il dipartimento di pediatria dell'Umberto I di Roma per poter prestare cure in struttura pubblica convenzionata, stessa cosa è in itinere con la Regione Toscana». «Stiamo cercando di sensibilizzare istituzioni ed opinione pubblica sulla vera pandemia di questi tempi, in quanto l'autismo è di gran lunga la patologia tra quelle gravi più diffusa in pediatria - afferma Roberto Mastalia anche nella veste di padre di un bambino colpito dal male - perché ci sentiamo abbandonati da Asl che offrono poco a livello terapeutico, e scuola che non supporta adeguatamente i nostri figli». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero