Arrestati il papà di Augusto del Gf e l'ex presidente del Perugia Covarelli

Arrestati il papà di Augusto del Gf e l'ex presidente del Perugia Covarelli
PERUGIA - Con un ordine firmato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la guardia di finanza di Perugia, insieme ai colleghi della capitale, sta eseguendo degli arresti...

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PERUGIA - Con un ordine firmato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, la guardia di finanza di Perugia, insieme ai colleghi della capitale, sta eseguendo degli arresti a Perugia.


L'indagine verte su reati consumati in ambito finanziario, con accuse che vanno dal riciclaggio al reimpiego di denaro di illecita provenienza, fino al falso in bilancio, per un'inchiesta portata avanti da diversi mesi con grande discrezione. Tra gli arrestati, anche Dino De Megni, noto imprenditore e padre di Augusto, rapito da bambino e poi diventato personaggio televisivo dopo aver vinto il Grande Fratello. E' stato arrestato anche Leonardo Covarelli, ex presidente del Perugia e della società Pisa Calcio.



Nell'inchiesta della Dda di Napoli sulle procedure per l'acquisto della clinica Ruesch del capoluogo campano, i finanzieri del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria, coordinati dal procuratore aggiunto di Napoli Giuseppe Borrelli, e dal sostituto Giovanni Conzo, hanno anche eseguito nei confronti dei sei indagati, un sequestro di beni per equivalente pari a oltre 9 milioni di euro. Tra i beni sequestrati ci sono ville e immobili (anche di valore storico) a Bologna, Pisa, Perugia e Roma, oltre a numerosi terreni nella provincia di Cosenza. Agli indagati vengono contestati i reati di riciclaggio e reimpiego di denaro di illecita provenienza, intestazione fittizia di valori, falso in bilancio, formazione fittizia di capitale, tutti aggravati dalla trans nazionalità. Gli indagati - secondo gli inquirenti - avrebbero usato società con sede in Austria, Germania e Gran Bretagna, sui cui conti correnti sono stati accumulati capitali sottratti dal fallimento della San Pio S.a.s. società del settore alberghiero. Secondo l'ipotesi accusatoria, i capitali frutto della bancarotta fraudolenta, successivamente, sono stati trasferiti in Italia per tentare l'acquisto del capitale della nota clinica partenopea «Ruesch» attraverso due società immobiliari, la «Iniziativa 2003» e la «New Glen srl».





I finanzieri si sono recati all'alba nelle abitazioni degli indagati. Tra loro anche il nipote di Cesare Previti. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero