PERUGIA - Valerio Menenti torna libero. Il tatuatore di Ponte San Giovanni, considerato dall'accusa il mandante dell'omicidio di Alessandro Polizzi compiuto dal padre...
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Valerio, che secondo quanto si apprende dopo essere uscito dal carcere di Capanne si troverebbe al momento in Umbria, era stato condannato in primo grado a 27 anni di carcere. La pena è stata ridotta a 18 in Appello, ma poi il 24 gennaio 2018 c'è stata la svolta: la Cassazione ha annullato con rinvio la condanna a 18 anni. Il collegio della Suprema Corte aveva invece confermato la responsabilità del padre Riccardo Menenti, cui era stato inflitto l’ergastolo, quale esecutore materiale del delitto, escludendo però le aggravanti dei futili motivi e della crudeltà. Ha quindi rimesso gli atti ai giudici di Firenze per rideterminare la pena.
Il processo davanti alla Corte d'assise d'appello di Firenze è iniziato lo scorso 19 dicembre (in sostanza, per Valerio Menenti il processo è da rifare, mentre per Riccardo la pena va rideterminata) con i giudici che hanno disposto due perizie in ordine ad altrettanti punti considerati molto importanti per il collegio difensivo di Valerio, composto dagli avvocati Manuela Lupo, Francesco Mattiangeli e Giuseppe Tiraboschi. Gli accertamenti riguardano un telefono utilizzato da Valerio per registrare una conversazione avuta pochi giorni prima dell’omicidio con l’ex fidanzata Julia Tosti e una perizia medico-legale sulle condizioni di Valerio e se cioè tre giorni prima dell’omicidio, come sostenuto dall’accusa, fosse stato in grado di uscire dall’ospedale dove era ricoverato per andare in un “Compro oro” e pronunciare al telefono le minacce di morte nei confronti di Polizzi stesso.
Soddisfazione è stata espressa dai legali di Menenti che ora aspettano la sentenza che, secondo quanto si apprende, potrebbe arrivare il 19 giugno. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero