L'aeroporto San Francesco, il sogno di Lamezia e il nuovo partner pronto al check in

L'aeroporto di Perugia
PERUGIA - Lamezia calling. O anche “Calabrifornia” dreaming. Si scherza così dalle parti di Sant'Egidio per accarezzare il ritorno di uno dei voli...

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PERUGIA - Lamezia calling. O anche “Calabrifornia” dreaming. Si scherza così dalle parti di Sant'Egidio per accarezzare il ritorno di uno dei voli più attesi dall'aeroporto San Francesco.

Perché sarebbe proprio la tratta verso la Calabria, chiesta a gran voce da 40mila calabresi in Umbria che in cinquanta minuti di aereo atterrano sul mar Tirreno, a chiudere la promessa dei 15 voli da e per Perugia fatta dalla Sase alla Regione. Il volo numero 14, quello per Trapani, è stato confermato, così come il numero 13, che unirà dal primo luglio Perugia e Vienna, due volte a settimana, il lunedì e il venerdì. «Per la prima volta nella storia ci sarà un volo diretto tra l'Umbria e la capitale austriaca», ha infatti annunciato la responsabile marketing dell'Ente per il turismo di Vienna, Ingrid Frizberg, durante un'iniziativa promozionale che si è svolta al Frantoio Centumbrie di Agello. Una modalità, la promozione della destinazione dalla terra di partenza, che potrebbe essere un valido insegnamento anche per Perugia. Perché l'incoming val bene una missione (parsimoniosa ma chirurgica). Tornando al sogno di Lamezia, poi, dall'aeroporto non si sbottonano, ma l'idea sarebbe di un collegamento molto più innovativo e frequente rispetto al vecchio volo Ryanair, che promette di avere un certo appeal. E non solo d'estate.


Le buone notizie per le casse regionali, però, si trovano leggendo in controluce le ultime delibere di palazzo Donini. Non tanto la copertura di legge sui 12 milioni già stanziati per il San Francesco, con cui si è preferito dare tutti i soldi subito invece dei quattro milioni per tre anni, quanto il nuovo incarico da advisor per Gepafin. Che significa una cosa sola: c'è un nuovo partner, accreditato ed entusiasta, pronto a sostenere la cloche dell'aeroporto internazionale dell'Umbria, che adesso ha in carlinga quote della Regione in stragrande maggioranza. E che entri con il 10, il 20 o magari il 30 per cento lo deciderà in base ai venti del San Francesco. Che finalmente sembrano in poppa. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero