Perugia, abusi al concorso per farmacisti indagato il manager della Asl

Perugia, abusi al concorso per farmacisti indagato il manager della Asl
PERUGIA - Nel silenzio di un’inchiesta pronta a far rumore, la brezza soffiata nei cavi telefonici diventa una tempesta di dubbi. ...

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PERUGIA - Nel silenzio di un’inchiesta pronta a far rumore, la brezza soffiata nei cavi telefonici diventa una tempesta di dubbi.


Con un concorso col sospetto dell’aiutino che si trasforma in un fascicolo per abuso di ufficio sulla scrivania del pm Mario Formisano e fa salire a dieci gli indagati nell’inchiesta sulla sanità. Partita in sordina a giugno dalle perquisizioni nella sede dell’assessorato al Broletto e impennata tra sospetti su autorizzazioni e farmacie: sette gli indagati per quel filone a cui si aggiungono Giuseppe Legato, direttore generale della Asl 1, una farmacista di Perugia e il direttore di una farmacia di Città di Castello. L’iscrizione come atto dovuto per consentire le perquisizioni e l’acquisizione di documenti nella sede della Asl eseguite nei giorni scorsi dai carabinieri del Nas. Che cercano le prove su un concorso per quattro posti nelle farmacie ospedaliere che, secondo l’accusa, sarebbe stato aggiustato. Accuse tutte da dimostrare soprattutto su eventuali responsabilità, con il direttore generale Legato (che già ieri di diceva «tranquillo e fiducioso nell’operato della magistratura») tirato in mezzo per il suo ruolo al vertice dell’azienda sanitaria e gli altri due indagati che hanno fatto parte della commissione (uno come presidente) del concorso finito nel mirino della procura e del Nas. Il dubbio che muove gli inquirenti è legato a questa procedura concorsuale che potrebbe essere stata in qualche modo pilotata per favorire alcuni professionisti precari. Un dubbio che solo l’inchiesta potrà chiarire dopo essere partita da molto più lontano. A questo potranno servire le acquisizioni e anche il sequestro di materiale ritenuto utile ai fini probatori, come confermato dallo stesso dg Legato raccontando della visita dei carabinieri. «Siamo tranquilli per il nostro operato e abbiamo fiducia nella magistratura», ha detto martedì al telefono con ilMessaggero.



Il secondo filone. Con il filone Asl 1 salgono così a dieci gli indagati nell’inchiesta sulla sanità più rumorosa dopo Sanitopoli. Tutto inizia con l’indagine doppia sulle farmacie. Chi ha ottenuto rimborsi sull’ossigeno più alti del dovuto e chi ha gestito, senza autorizzazione, due depositi farmaceutici. E il primo filone dell’indagine ha bussato al Broletto, sede dell’assessorato regionale alla sanità all’inizio di giugno. Perché tra gli indagati ci sono un ex alto dirigente e due funzionari pubblici: dal loro ufficio venivano vagliate le procedure autorizzative, non solo delle farmacie. E poi i titolari e i soci di diverse farmacie, da Perugia a Gubbio passando per Spoleto. E se ieri i difensori hanno rinunciato al Riesame per riottenere documenti sequestrati, adesso l’indagine raddoppia con il filone che riguarda la Asl 1. Collegata per poche, ma chiare parole, alla prima. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero