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Un ingegnere milanese ventisettenne con la faccia da bambino perde la testa per una ragazzina di Perugia che ha meno della metà della sua età. L'aveva conosciuta e si erano continuati a scrivere su Instagram. Si era presentato alla scuola media per vedere da vicino il suo sogno di appena 12 anni. «Sono autorizzato dai suoi genitori», diceva, ma a scuola rispondono che non si può. Al rifiuto corretto dell’insegnante impazzisce e reagisce prendendo a calci il cancello di ingresso dell’istituto. E così arriva a farsi vivo sul posto di lavoro della madre e ad azzardare un finto interesse lavorativo con il padre, con cui condivide l’ambito professionale e vorrebbe condividere l’affetto della figlia. Tutto per stare accanto alla bambina diventata per lui evidentemente un’ossessione.
La vicenda giudiziaria è stata parzialmente definita ieri con un rinvio a giudizio che porta la firma del gup Natalia Giubilei. Per l'ingegnere il processo inizierà a marzo davanti al giudice Francesco Loschi del tribunale di Perugia.
Il presunto stalker in questione, ossia il giovane che dimostra meno anni di quelli che ha, non è un balordo: è anzi un professionista posato, che però da quando aveva conosciuto «per caso» la dodicenne sui social non è riuscito più a levarsela dalla testa. Secondo quanto emerge da un’indagine riservata, vista l’età della vittima degli atti persecutori, i due si sono trovati su un social, hanno iniziato a parlare finché le chiacchiere sono diventate confidenze e condivisione. A quel punto, però, il 27enne era già cotto. E ha usato le informazioni ottenute dalla ragazzina per la sua inquietante marcia di avvicinamento. Per essere presente nella sua vita e pure in quella dei suoi genitori, pur di stare con lei. Un’ossessione che si è trasformata in atti persecutori e per cui il 27enne, residente a Milano, è stato destinatario di una misura cautelare del divieto di avvicinamento alla giovane e ai suoi familiari.
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